La Nuova Sardegna

Sassari

Diciotto ricorsi contro il nuovo Puc

di Vincenzo Garofalo

Spiccano quelli dell’Argentiera spa e di Ugo Multineddu. L’assessore Marras: «Ma con alcuni privati stiamo trattando»

04 agosto 2015
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SASSARI. Pioggia di ricorsi contro Comune e Regione per ottenere l’annullamento del Puc approvato definitivamente dal consiglio comunale nel novembre del 2014. In tutto sono diciotto le richieste inoltrate dai privati che si ritengono danneggiati dal Piano urbanistico comunale: quattrodici di loro si sono rivolti al Tribunale amministrativo regionale della Sardegna, mentre in quattro hanno presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Tutti ricorsi contro i quali la giunta comunale ha deciso di costituirsi in giudizio, difendendo la validità del Puc. Questo ufficialmente, perché in alcuni casi il Comune è pronto a fare un passo indietro e riconoscere eventuali errori contenuti nelle carte urbanistiche.

«I ricorsi pervenuti sono molti meno di quanto ci aspettassimo», ammette l’assessore all’Urbanistica, Alessio Marras. «Quando si adottano strumenti così importanti ed estesi come un Piano urbanistico, è fisiologico che si vada incontro a contenziosi, e davanti ai ricorsi costituirsi in giudizio è un atto dovuto da parte dell’amministrazione comunale», spiega ancora Marras. «Bisogna specificare che con alcuni dei privati che hanno presentato ricorso siamo già in contatto e laddove si dovessero accertare delle motivazioni valide, spesso dovute a meri errori materiali nella stesura del Puc, l’amministrazione cercherà il dialogo con i cittadini per risolvere il contezioso in sede extragiudiziale e apportare le necessarie varianti al Piano urbanistico, nel pieno rispetto dei diritti di tutti, dei singoli e della collettività».

Fra i quattrodici ricorsi depositati al Tar è da segnalare l’istanza della società Argentiera spa, che si batte contro il Puc già dal 2007, sempre con diverse richieste inviate sia al Presidente della Repubblica sia al tribunale amministrativo regionale. La società proprietaria di gran parte dei terreni nell’ex borgo minerario affacciato sul mare ha chiesto ai giudici l’annullamento di tutti gli atti relativi all’approvazione del Puc deliberati dal 2006 a oggi, compreso il no del Comune alle osservazioni presentate dalla stessa Argentiera spa. Sulle sue aree l’Argentiera spa ha diversi progetti di sviluppo turistico, resi carta straccia proprio dalle disposizioni del Piano urbanistico, che ha inserito la zona nel perimetro dei Centri di antica e prima formazione, blindando di fatto ogni zolla di terra e ogni costruzione già presente. Nel contenzioso entra in gioco anche un’intesa siglata anni fa, in base alla quale l’Argenteria spa avrebbe dovuto cedere al Comune la proprietà di alcuni edifici storici, come il pozzo Podestà e l’antica laveria (dove l’amministrazione ha già avviato da tempo i lavori di recupero per trasformarli nel Museo della miniera), e in cambio Palazzo Ducale avrebbe dovuto riconoscere all’Argentiera spa la possibilità di sviluppare urbanisticamente la zona, recuperando le case esistenti e concedendo nuove volumetrie edilizie. Questo avveniva prima dell’avvento del Ppr targato Soru e poi del Puc.

Spera nell’intervento del tar anche la Ugo Multineddu srl, che a Predda Niedda, accanto al cimitero, sta realizzando un centro commerciale regolarmente autorizzato, e che, proprio in virtù del Puc vede ridotta in corso d’opera la possibilità di costruire. Il nuovo piano urbanistico ha modificato la sottozona dei terreni in questione (da D1 a D3) mettendo dei limiti invalicabili ai progetti della Multineddu srl.

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