La Nuova Sardegna

Sassari

Il porto è una terra di nessuno tra buio, furti e abbandono

di Gavino Masia
Il porto è una terra di nessuno tra buio, furti e abbandono

Gli operatori dello scalo commerciale si lamentano per la sporcizia e la totale assenza di controlli «Ci hanno lasciato soli, senza risposte ai troppi problemi e piani per il reale rilancio dell’area»

28 ottobre 2017
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PORTO TORRES. Le criticità presenti all’interno del porto commerciale – la parte dello scalo marittimo più vicino alla città – continuano purtroppo a persistere e si nota un certo distacco da parte chi deve contribuire a risolverle. Quello che dovrebbe rappresentare un biglietto da visita eccellente per chi sbarca dalle navi, considerando le lunghe banchine a due passi dalla cinta urbana, si sta ancora mostrando indecoroso nel sistema rifiuti e poco sicuro per gli operatori della pesca. Ci sono poi le buche presenti nell’asfalto stradale sconnesso, che si riempiono d’acqua quando piove, che diventano anche trappole pericolose per pedoni e automobili che transitano quotidianamente nello scalo.

«Da anni ci hanno chiuso dentro un recinto – lamenta il decano della piccola pesca, Antonio Salis – e lasciati alla mercè di tutti: la luce notturna è praticamente assente, l’asfalto vicino all’autogrill quasi non esiste e si vedono mucchi di spazzatura in quasi tutti gli angoli. Le telecamere ci sono solo come arredo, perché non funzionano, e la notte il porto diventa terra di nessuno con furti continui di attrezzi all’interno delle nostre imbarcazioni».

C’è un malcontento diffuso tra i pescatori di tutte le età, comunque, soprattutto in una materia molto delicata come quella della sicurezza portuale quando arriva la notte. «Mancano i controlli – conferma Gianni Pintus – e i furti sulle barche sono quasi all’ordine del giorno: sulla mia imbarcazione sono entrati già tre volte, portandosi via della attrezzatura importante, approfittando anche della scarsissima illuminazione in una zona portuale praticamente davanti alla città. La mancanza di interventi è un po’ colpa di tutti quelli che hanno a che fare col porto».

I pescatori rimangono perplessi pure sui new jersey sistemati per regolare il traffico durante lo sbarco delle navi dalla banchina Segni, che invece creano una sorta di imbuto rallentando non poco la circolazione per uscire dalla zona portuale vicino ai pescherecci. Ma il tasto dolente rimane l’assenza di qualsiasi controllo e l’illuminazione carente, che favoriscono, purtroppo, le azioni furtive. «Videosorveglianza zero – dice Gianuario Livesi -, fai una denuncia per furto e non ricevi alcuna risposta. Dentro il porto comandano l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto, quindi sono loro che si devono occupare delle criticità esistenti da tempo e che non sono state mai risolte».

La situazione dei furti alle barche va dunque avanti da molto tempo e gli operatori della pesca si chiedono perché continuino a mancare gli impianti di videosorveglianza promessi. Sia le imbarcazioni della piccola pesca e sia quelle dello strascico, ormeggiati nella banchina Segni, sono state depredate di viveri, attrezzatura da pesca, bombole di gas e derrate alimentari.

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