La Nuova Sardegna

Sassari

Tregua coi fornitori, la Chirurgia a Sassari riparte

di Luigi Soriga
Tregua coi fornitori, la Chirurgia a Sassari riparte

Il manager Aou ha promesso il saldo dei debiti entro un mese: le imprese hanno riconsegnato il materiale nei magazzini

24 novembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’Aou ha tamponato a tempo di record l’insostenibile situazione della sanità sassarese. Perciò già da ieri pomeriggio l’ospedale e le chirurgie ortopediche e vascolari erano in grado di effettuare nuovamente un intervento e di salvare la vita nei casi di emergenza. Infatti alle 15 c’è stato il faccia a faccia tra il manager Antonio D’Urso e i fornitori. I quali, nonostante le fatture non emesse e pagate da oltre un anno, e un credito di parecchie centinaia di migliaia di euro, hanno deciso di dare fiducia all’Aou e di fare un passo indietro.

Quindi hanno riconsegnato tutti gli scatoloni requisiti tre giorni prima dai magazzini dell’ospedale, restituendo ai reparti tutto il necessario per garantire l’assistenza. Ovvero protesi, chiodi, placche e altri presìdi indispensabili per la chirurgia. Perciò i medici, molto preoccupati per l’improvvisa impossibilità di operare, ma soprattutto i pazienti, che per tre giorni non potevano far affidamento sull’efficienza dell’apparato sanitario, per ora possono tirare un sospiro di sollievo. Perché ancora siamo a una fase di tregua, e per la risoluzione del problema se ne riparlerà solo tra un mese.

«Abbiamo chiesto formalmente ai fornitori – dice D’Urso – di proseguire nell'assicurare le forniture e i servizi richiesti, in attesa che venga concluso il processo di regolarizzazione dei pagamenti attualmente in corso, soprattutto per non pregiudicare le attività assistenziali, comprese quelle in emergenza urgenza». All’incontro con i fornitori hanno partecipato anche il direttore amministrativo Lorenzo Pescini, il direttore del Provveditorato Ivana Falco.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.16158976:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.16158976:1653453689/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

«Abbiamo sempre ritenuto strategico il partenariato con i fornitori – prosegue D'Urso – e dal mese di febbraio abbiamo avviato procedure per evitare possibili fasi di stallo. Per questo motivo sono stati potenziati i Servizi Provveditorato e Bilancio con l’assunzione di nuovo personale. La nostra Azienda, su una posizione debitoria pregressa di circa 70 milioni di euro, in circa dieci mesi ha liquidato ai fornitori 65 milioni di euro; restano ancora da pagare 5 milioni di euro». E tra questi rientrano i soldi mai saldati ai fornitori di protesi, che da mesi battono cassa e hanno ottenuto una risposta concreta solo dopo aver forzato la mano. «Il confronto è stato molto sereno – raccontano i fornitori – e abbiamo apprezzato la volontà e l’impegno di trovare una soluzione. Per questo abbiamo fatto un passo indietro. Nella speranza che tra un mese, quando è fissato il nuovo incontro con l’Aou, le promesse vengano mantenute».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.16157688:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2017/11/23/news/impossibile-operare-i-pazienti-piu-gravi-1.16157688]]

Quindi, in attesa che vengano predisposte le gare di appalto, che resta l’unico sistema legale per regolarizzare il rapporto tra fornitori e sanità pubblica, tutto ritorna come prima. Cioè in una sorta di limbo gestionale dove l’assistenza va avanti con una prassi alquanto naif: il materiale appena riportato nei magazzini è senza bolle di accompagnamento, senza un conto deposito, non registrato, né di proprietà, e nemmeno in comodato d’uso gratuito. Ma solo in visione. Come i cioccolatini offerti nei negozi al gestore come prova di bontà. Ma la colpa non è certo dell’ultima dirigenza Aou, ma è ben distribuita tra quelle che si sono alternate negli ultimi dieci anni anche all’Asl. Il caos di oggi è figlio di una collaudata prassi amministrativa che faceva un uso indiscriminato delle proroghe dei contratti, prima che la Procura intervenisse a gamba tesa con un rosario di avvisi di garanzia. Ecco perché il sistema si è inceppato e gli uffici appalti annaspano nella predisposizione di gare vecchie e mai rinnovate.

C’è malumore tra il personale medico, perché nonostante l’impegno quotidiano, le condizioni di lavoro sono sempre all’insegna dell’emergenza. E l’ultimo provvedimento assunto dal direttore sanitario non rasserena il clima. Infatti due giorni fa tutti reparti hanno ricevuto un ordine di servizio con il quale si diffida «dal consentire il ritiro dei materiali e dello strumentario conservato nelle unità operative e nei blocchi operatori». Con l’avvertimento: «eventuali comportamenti in difformità dalla presente saranno segnalati all'autorità competente». Primari e direttori non sono esattamente entusiasti di fare la guardia alle scorte dei magazzini.


 

In Primo Piano
Trasporti

Aeroitalia, voli in overbooking: è polemica su call center e check-in online

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative