La Nuova Sardegna

Sassari

Strada dell'Anglona, Sechi: entro 7 giorni tutti i problemi risolti

Giovanni Bua
Strada dell'Anglona, Sechi: entro 7 giorni tutti i problemi risolti

Il commissario: impresa già al lavoro, sono solo inconvenienti

16 giugno 2018
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SASSARI. Le prime buche sono iniziate ad apparire, sinistre e inattese, già ad aprile. A meno di due mesi dall’inaugurazione in pompa magna della Osilo-Nulvi, l’infinitamente atteso tratto della ormai leggendaria “strada dell’Anglona”. Ma per i danni veri si è dovuto aspettare qualche settimana, dopo le rabbiose piogge di maggio. Quando le buche sono diventate voragini, sono apparsi i primi avvallamenti, e uno dei tre viadotti inaugurati a febbraio ha lentamente iniziato a collassare, incrinandosi su un lato e creando una inquietante depressione.

Abbastanza per convincere l’impresa che ha realizzato l’opera a chiudere una carreggiata della strada, e i “disincantati” nulvesi a chiedere chiarezza. Troppa la fretta di aprire l’attesissima arteria? Troppe le forzature fatte dal vulcanico amministratore straordinario della Provincia Guido Sechi per portare a casa l’ennesimo miracolo? «Abbiamo corso tanto è vero – sottolinea lui – ma le forzature, se così si possono chiamare, sono state fatte solo sul versante burocratico. Mi sono preso responsabilità che nessuno si voleva prendere, e che nessuno dopo di me si sarebbe preso, per risolvere intoppi di varia natura, che si trascinavano da decenni. Ma sui lavori, che invece si sono chiusi in due anni, questo non ha influito. E l’opera sarà comunque consegnata con tutte le opere eseguite a regola d’arte».

Perché allora le buche e i cedimenti? «C’è da dire – spiega Guido Sechi – che la strada dell’Anglona è, e sempre rimarrà, una strada complessa, che avrà bisogno di molta manutenzione. È molto ombreggiata, ed è in una zona dove l’acqua è molto abbondante. A questo va aggiunto che, questa volta sì per la grande e comprensibile pressione delle comunità locali, l’asfaltatura è stata fatta in inverno, a basse temperature. E, non avendo le nostre ditte l’esperienza di quelle del Nord Europa, questo evidentemente è stato pagato con le buche e gli avvallamenti apparsi».

Sullo smottamento del viadotto poi: «Qui la questione è più complessa – sottolinea l’amministratore straordinario della Provincia – l’anno scorso è stato infatti uno dei meno piovosi della nostra storia. Questo ha causato un errore nelle progettazione delle canalette di scolo sotto il rilevato che oggi sta creando problemi. Erano di portata insufficiente e mal piazzare rispetto alle falde acquifere, che nessuno, vista la siccità, era riuscito ad individuare con precisione».

Problemi gravi? «Assolutamente no – continua Guido Sechi – anzi abbastanza frequenti quando si stratta di opere come queste. Comunque l’Ifras è già al lavoro, e ha dieci giorni di tempo per riparare tutto e consegnare l’opera a regola d’arte. L’impresa è al lavoro con potenti mezzi che, una volta realizzato lo scavo dei materiali, dovranno costipare il tratto stradale per impedire che il fenomeno possa ripresentarsi e interverrà anche sulla grosse buche che già costellano la sede stradale causate anche queste da estemporanee falde acquifere presenti nel territorio e sugli smottamenti che stanno riversando sulla cunette grosse quantità di detriti e di pietrame. L’asfaltatura verrà rifatta in profondità».

«E comunque la Provincia – chiude l’amministratore straordinario – ha accantonati fondi più che sufficienti, legati alla realizzazione dell’opera, per intervenire nel caso in cui il lavoro non dovesse essere eseguito in maniera veloce e soddisfacente. Ma siamo sicuri che non ci sarà necessità di intervenire in questo senso».

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