La Nuova Sardegna

Sassari

Senza soldi da sei mesi, ambulanze pronte allo stop

Luigi Soriga
Senza soldi da sei mesi, ambulanze pronte allo stop

I volontari dell'azienda ospedaliero universitaria di Sassari non vengono pagati da gennaio 2018, vantano crediti per 300mila euro e a luglio si fermeranno

22 giugno 2018
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SASSARI. Le associazioni di volontariato che svolgono il servizio di ambulanza per l’Aou il 30 giugno potrebbero sospendere ogni attività. Vantano un credito nei confronti dell’azienda ospedaliera che supera i 300mila euro e non hanno intenzione di lavorare ancora gratuitamente anticipando di tasca propria tutte le spese. Così hanno incaricato i propri legali e con una lettera datata 25 maggio hanno dato un mese di tempo all’Aou per rimborsare le fatture. Se ancora una volta le sollecitazioni di pagamento non trovassero riscontro, Croce Blu, Misericordia, Soccorso Sardo, Pass Soccorso, Croce Azzurra, Croce Sarda e Polisoccorso parcheggeranno i propri mezzi e lasceranno la sanità nel più totale caos.

Non sarà possibile ad esempio trasportare un paziente dall’ospedale alle cliniche, o viceversa, per fare degli accertamenti. E non sarà nemmeno possibile il trasporto da un ospedale dell’hinterland al Santissima Annunziata. Insomma gli ingranaggi dell’ospedale potrebbero incepparsi, con esami fermi e interventi chirurgici rimandati. Le associazioni oltre ad aver avvisato l’Aou un mese fa dei possibili disagi che lo stop potrebbe innescare, hanno declinato ogni responsabilità dall’interruzione di pubblico servizio e si sono rivolti anche al Prefetto. Insomma se le cose non dovessero cambiare nell’arco di qualche giorno, dal primo luglio sarà il caos annunciato.

Non c’è neanche la possibilità di espletare il servizio di trasporto dei pazienti con le ambulanze dell’autorimessa Asl, quelle parcheggiate nel piazzale vicino alla camera mortuaria. Infatti si tratta di mezzi privi di manutenzione, alcuni dei quali fuori uso. Non sarebbero certamente in grado di far fronte all’enorme richiesta di lavoro che le ambulanze in regime di convenzione esterna riescono quotidianamente a coprire. Compiti che ultimamente vanno anche oltre l’ordinaria amministrazione, perché con la mancanza di medicinali e presìdi medici per i ritardi delle gare d’appalto, spesso le vetture di soccorso si devono trasformare in corrieri postali. Per esempio devono percorrere centinaia di chilometri per andare a recuperare farmaci, reagenti, protesi o attrezzature da altre Asl, distogliendo magari risorse più utili alle impellenze dei reparti.

In ogni modo si tratta di un film già visto. Anche l’anno scorso il braccio di ferro tra le associazioni e l’Aou era andato avanti per un mese. Una volta scaduto il contratto, il tassametro delle ambulanze ha cominciato a macinare a vuoto, perché di pagamenti, da quel momento, manco a parlarne. Si parlava di sette mesi di lavoro gratuito. L’Aou non aveva espletato le gare pubbliche e dunque non ha lo strumento amministrativo per effettuare i rimborsi. Le tradizionali proroghe degli appalti, da sempre illegittime ma da sempre utilizzate nella sanità, ormai da qualche tempo sono bandite, perché su ogni firma c’è lo spettro dell’avviso di garanzia. Quindi era nell’interesse dell’Aou prendere tempo, in attesa di predisporre delle procedura a norma, e cioè la gara ad evidenza pubblica. Nel 2017, dopo l’interruzione del servizio per un paio di giorni, il manager D’urso era corso ai ripari con una proposta: allegare al bando di gara pronto tra una decina di giorni, una presa d’atto delle prestazioni rese dalle associazioni, con i relativi pagamenti. Adesso resta da vedere cosa accadrà il 30 giugno.

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