La Nuova Sardegna

Sassari

L’ex ospedale Manai nel degrado

di Emidio Muroni
L’ex ospedale Manai nel degrado

Poche manutenzioni nella struttura dove ha sede il poliambulatorio: il sindaco all’attacco

15 settembre 2018
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BONORVA. I pazienti che frequentano gli ambulatori dell’ex ospedale Manai da qualche tempo si lamentano per le condizioni della struttura, punto di riferimento sanitario per un territorio che, da qualche tempo, pare non rientri nelle preoccupazioni degli organi istituzionali. Delle numerose carenze strutturale ed operative esistenti e visibili è stato informato il sindaco, Massimo D’Agostino, che ha contattato la dirigenza dell’Ats di Sassari per ovviare al più presto alla situazione di grave disagio.

Le mancanze rilevate vanno da quelle eliminabili facilmente, come la mancanza di un’adeguata segnaletica stradale che indirizzi gli utenti, a quelle, ben più gravi, dovute a una costante e ancora irrisolta situazione di urgenza causata dal cedimento di parte dell’intonaco della facciata esterna che, nonostante la transennatura, fissa ormai da troppo tempo, limita la facciata, lascia libero il solo ingresso e non garantisce la migliore sicurezza. Da un esame degli interni è chiara anche la mancanza assoluta di manutenzione, sia negli intonaci, protetti da una tinteggiatura obsoleta e spesso inesistente, sia negli impianti e nelle varie strumentazioni che andrebbero migliorate e “modernizzate”. Uno “sguardo pietoso” dovrebbe essere rivolto anche al giardino esterno che è diventato un ricettacolo di animaletti non meglio identificati che si annidano facilmente in mezzo all’erba cresciuta, senza alcun controllo e in modo rigoglioso, ed ha occupato tutti gli spazi, con il risultato non solo di un brutto colpo d’occhio, ma anche di rendere inutilizzabili le panche di sosta, anch’esse ormai in pessime condizioni, che un tempo consentivano agli utenti di trovare un attimo di riposo. Al tutto fa da corona la vasca centrale, collocata nello spiazzo antistante al poliambulatorio, ormai semidistrutto sia nel coronamento sia all’interno.

Ben più scottante è il discorso relativo al personale che dopo il recente pensionamento di due figure professionali e a fronte della presenza di 14 specialisti, è rappresentato da sole tre infermiere professionali ed una ausiliaria. Un numero di addetti al servizio notevolmente sproporzionato che rende sempre più difficile il supporto ai medici e l’assistenza all’utenza. Altro problema riguarda l’ufficio ticket, che apre solo di mattina e costringe gli utenti al pagamento di un ulteriore ticket alle poste o al tabacchino.

Paiono così svanire le varie promesse fatte dalla dirigenza dell’Ats otto mesi fa con la chiusura nel poliambulatorio della sede della Rsa, una delle più importanti strutture nel campo dell’assistenza e riabilitazione psichiatrica del nord Sardegna. Un incontro al quale parteciparono, per l’Ats, il direttore dell’area sanitaria Giuseppe Pintor, quello del Dsmd Pietro Pintore, il responsabile Centro Salute Mentale della ASL, Antonello Pittalis, il Presidente della conferenza sanitaria territoriale Gianfranco Soletta,i vertici dell’Elleuno, il sindaco di Bonorva e tutte le organizzazioni sindacali, (Cgil, Cisl, Uil, Fsi Nursing up) che per alcuni ora suona quasi beffardo. In quell’occasione fu infatti garantita la rivisitazione della situazione generale, sia strutturale sia operativa, del poliambulatorio, per migliorarne l’efficienza.

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