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Policlinico Sassarese, prove di salvataggio: autorizzazione provvisoria

Il Policlinico Sassarese
Il Policlinico Sassarese

Rusconi, dg di Habilita: «L’affare ci interessa, pronti a rilevarlo ma serve l’accreditamento». La Regione pensa a un ok provvisorio. La rabbia dei 200 dipendenti: i posti di lavoro non si toccano

08 novembre 2018
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[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.17433427:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/11/06/news/policlinico-sassarese-da-salvare-a-rischio-200-posti-di-lavoro-1.17433427]]SASSARI. «Il nostro interesse per il Policlinico Sassarese è sempre stato concreto, sino dal gennaio di quest'anno, ed è attuale. Ma è necessaria una soluzione sulla questione dell'accreditamento, senza il quale viene meno per un imprenditore privato la convenienza ad avviare un investimento». La voce di Andrea Rusconi arriva da Tel Aviv dove in qualità di presidente dell'Aiop Giovani (Associazione italiana piccoli ospedali) del Piemonte, sta compiendo una visita nei presidi sanitari per arricchire le conoscenze sull'emergenza-urgenza. «Qui in Israele sono i numeri uno». Con il padre Roberto Rusconi, direttore generale di Habilita, il giovane manager e direttore amministrativo sta portando avanti la complessa trattativa per l'acquisizione della prima, e unica, casa di cura del Nord Sardegna.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.17436888:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/11/07/news/stop-al-policlinico-negato-l-accreditamento-1.17436888]]Sassari, con il suo punto di forza nel Policlinico, aggiungerebbe un tassello alle acquisizioni di strutture sanitarie che Habilita ha cominciato e così la sua famiglia ci ha messo gli occhi. «È una struttura storica al centro della città, è l'unica esistente nel Nord dell'isola, e ha grandi potenzialità - ragiona Andrea Rusconi -. Potrebbe dare un'ampia offerta di servizi che mi risulta nel vostro territorio siano carenti. L'ho capito dal grande numero di sardi che vengono a curarsi in Lombardia, dalle liste di attesa che dicono di dover affrontare».

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