La Nuova Sardegna

Sassari

Maxia racconta le lingue dell’isola

Lo studioso perfughese illustra il suo lavoro giunto alla seconda edizione

04 ottobre 2019
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PERFUGAS. Divulgativo quanto basta, accademicamente approfondito come richiedono gli standard della comunicazione scientifica, “Lingua e società in Sardegna” è una delle opere di Mauro Maxia più lette e consultate. Giunta alla seconda edizione per i tipi della casa editrice irlandese Ipazia, l’opera dello studioso perfughese richiama l’attenzione dei lettori anche non specialisti perché i nove capitoli che la costituiscono sono scritti in tre diverse lingue. Più precisamente, quattro in italiano, altrettanti in sardo e uno in gallurese. «Una scelta – spiega l’autore – motivata dalla volontà di mostrare che anche nelle lingue cosiddette minori si possono scrivere saggi e testi di contenuto scientifico».

L’esperimento di Maxia sembra essere andato a buon fine, tanto per la superba padronanza dei codici linguistici utilizzati quanto per l’attualità dei temi presi in esame nell’opera. Si parla del “sardo” e lo si fa, di proposito, attraverso lo stesso sardo per dimostrare la fecondità e ricchezza di una lingua sul cui statuto ancora si discute in più campi. Come scrive Maxia nelle pagine introduttive del suo saggio, “la scelta è coerente con lo storico plurilinguismo della Sardegna”. E così il compito che lo studioso perfughese svolge da tanti anni è quello di provare a fare ordine all’interno della babelica complessione di lingue, parlate e dialetti in uso da secoli nell’isola. Per i contributi in lingua sarda è stata impiegata la forma letteraria accreditata dai maggiori studiosi e utilizzata anche dai più recenti e autorevoli dizionari, come quelli compilati da Espa, Rubattu e Pittau. Per il gallurese, invece, Maxia ha fatto uso delle linee indicate da Francesco Corda e fatte proprie dall’Accademia della Lingua Gallurese. Il saggio si propone anche di contribuire all’annosa questione che vede contrapposti da sempre i sostenitori della lingua sarda e i suoi più irriducibili avversari. “Si tratta dell’ottavo capitolo, nel quale viene indagata l’origine e lo sviluppo di alcune dinamiche che sono alla base del confronto-scontro che intorno alla lingua, ma non solo, oppone visioni quasi antitetiche portate avanti dai settori della nostra società forse più attenti alla situazione della Sardegna».

Giuseppe Pulina

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