La Nuova Sardegna

Sassari

Morta di meningite, donati gli organi

di Gianni Bazzoni
Morta di meningite, donati gli organi

Il gesto d’amore dei genitori della 14enne che ha perso la vita il giorno di Capodanno: espiantati polmoni, fegato e reni

03 gennaio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Un gesto di amore e di altruismo in un momento di enorme dolore per la perdita della figlia 14enne. I genitori della ragazzina sassarese morta il giorno di Capodanno nel reparto di Rianimazione del “Santissima Annunziata” per le conseguenze di una forma di meningoencefalite batterica (non meningococcica) hanno dato l’autorizzazione per la donazione degli organi e i medici hanno espiantato polmoni, fegato e reni da trapiantare a pazienti in grave difficoltà che ora possono ritrovare una nuova vita. Una storia di solidarietà che a Sassari si ripete e che - in momenti in cui tutto sembra viaggiare a una velocità dispersiva che spazza via ogni cosa - rimette al centro dell’attenzione i valori umani e il rispetto.

La vicenda della 14enne ha commosso Sassari e la Sardegna: la ragazzina era arrivata in pronto soccorso il 29 dicembre, stava già molto male. É stata trasferita in Rianimazione dove non ha mai ripreso conoscenza e dove si è spenta la sera di Capodanno. Un dramma devastante per i genitori e per la famiglia.

Fin da subito i sanitari che hanno seguito il caso hanno escluso che potesse trattarsi di una forma di meningite contagiosa.

«La differenza tra i casi di meningite da meningococco e quello di questi giorni, che ha portato al decesso della 14enne, è dato essenzialmente dagli agenti batterici che la provocano». Questa la spiegazione del professor Paolo Castiglia, direttore della struttura Direzione Igiene e Controllo delle infezioni ospedaliere della Aou di Sassari.

«Nel primo caso, molto diffusivo e contagioso, parliamo di meningococco in particolare alcuni ceppi ipervirulenti che sono altamente invasivi, provocando direttamente quadri di sepsi e meningite anche nei contatti stretti (familiari, partner, compagni di scuola o altre comunità). In questo caso il batterio provoca la meningite cerebrospinale epidemica; parliamo dei seriogruppi A, B, C, Y, W135 tra i più diffusi anche in Italia. E allora è necessario avviare l'attività di profilassi dei contatti stretti del paziente che ha contratto la malattia».

«Negli altri casi, cioè di meningiti non meningococciche – afferma Castiglia – il batterio non causa direttamente la meningite ma quest'ultima è in genere una complicanza di una patologia infettiva localizzata, ad esempio lo streptococco che, può provocare altre patologie quali il mal di gola o la sinusite. La complicanza di queste patologie può degenerare in una meningite batterica non meningococcica. In questo caso non viene avviata attività di profilassi dei contatti».

Un quadro clinico che ha consentito, quindi, anche la donazione degli organi. «Grazie al lavoro della rete trapiantologica è quindi possibile arrivare all'espianto anche in presenza di patologie di questo genere – ha detto Paola Murgia, coordinatrice Donazioni e trapianti del Santissima Annunziata – . Sottolineo il bellissimo gesto d’amore della famiglia della piccola paziente che ha dato il consenso alla donazione e messo in moto il percorso per aiutare a salvare vite umane».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L'emergenza

Alberghi e resort restano senza acqua, Giovanni Sanna compra due dissalatori

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative