La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, via libera alla costruzione dell'oratorio del Cristo Risorto

di Gavino Masia
Porto Torres, via libera alla costruzione dell'oratorio del Cristo Risorto

Il parroco don Michele Murgia: «Una casa per i giovani impegnati in nuove sfide, un luogo gratuito per l’arte e lo sport»

28 febbraio 2020
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PORTO TORRES. La realizzazione del centro sociale e culturale per la comunità parrocchiale di Cristo Risorto ha avuto il consenso unanime dei consiglieri nell’ultima seduta del consiglio comunale. Si tratta di un oratorio che nascerà in uno standard comunale di circa 2mila e 400 metri quadri all’incrocio tra Balai e via Emilio Lussu e che sarà costruito a poca distanza dalla chiesa di Cristo Risorto. La richiesta dell’area era stata presentata alla precedente amministrazione comunale dall’Arcidiocesi di Sassari, attraverso la proposta dal parroco di Cristo Risorto don Michele Murgia per la creazione di un centro di aggregazione che fosse poco distante dal luogo di culto. L’opera sarà dunque realizzata in relazione alla popolazione residente nei confini parrocchiali, rilevata in circa 6mila abitanti, e il progetto è stato redatto per rappresentare una architettura diffusa con tre edifici indipendenti tra loro per divulgare cultura, sport e catechismo.

«L’Oratorio – spiega don Michele Murgia –, o meglio il nuovo centro pastorale della parrocchia di Cristo Risorto, ha l’obiettivo di fornire un punto di riferimento perché i giovani imparino ad “abitare” il mondo con il loro stile, con la loro novità, nella massima libertà di considerare “casa” un luogo che viene loro offerto gratuitamente. Lo sport, la cultura o il semplice ritrovarsi per “stare insieme”, ognuno di questi è un buon motivo per cui vogliamo provare questa strada. Un cantiere che inizieremo quanto prima, con tutte le varianti che lo Spirito e gli stessi giovani vorranno suggerirci». Una struttura pensata come riferimento soprattutto per la gioventù turritana, dunque, con sala giochi, locali per la catechesi e per riunioni di associazioni, sala proiezioni e musica.

«Spesso sentiamo lamentele o noi stessi ci lamentiamo riguardo l’assenza dei giovani dalle attività parrocchiali – aggiunge il parroco – e non si contano le strategie talvolta improvvisate con cui tentiamo di porre un freno all’emorragia, ad esempio, del post-cresima: tuttavia non possiamo non chiederci cosa facciamo realmente per loro, per comprenderne gli interessi, guidarne gli slanci, arricchire con la nostra vicinanza l’avventura della vita che loro iniziano a cogliere, con tutte le contraddizioni e le nuove sfide che noi non abbiamo conosciuto».

Il centro dedicherà anche una attenzione particolare alla musica, nel ricordo di don Antonio Sanna e per offrire un palco ai musicisti locali che vogliono proporre la loro arte. «Dai giovani non dobbiamo pretendere che siano loro ad adeguarsi al nostro modo di interpretare la realtà – conclude don Michele –, imponendo modelli indiscutibili o sminuendo la creatività con cui rispondono alle difficoltà, piccole o grandi, con cui si confrontano quotidianamente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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