La Nuova Sardegna

Sassari

imputato il boss giannelli 

Insulti a un agente in carcere, condannato un ergastolano

Insulti a un agente in carcere, condannato un ergastolano

SASSARI. Condannato a un mese per oltraggio a pubblico ufficiale, nel caso specifico a un agente di polizia penitenziaria. La sentenza è stata emessa dal giudice Mauro Pusceddu nei confronti di Luigi...

29 febbraio 2020
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SASSARI. Condannato a un mese per oltraggio a pubblico ufficiale, nel caso specifico a un agente di polizia penitenziaria. La sentenza è stata emessa dal giudice Mauro Pusceddu nei confronti di Luigi Giannelli, il boss della Sacra Corona Unita detenuto nel carcere di Bancali in regime di 41bis dove sta scontando due ergastoli per gli omicidi, nel 1991, di Paola Rizzello (27 anni) e della sua piccola figlia Angelica, di appena due anni e mezzo, a Parabita.

L’episodio per il quale l’imputato è finito davanti al giudice (non fisicamente, viste le restrizioni previste dalla detenzione del 41bis) risale al mese di ottobre del 2017. Nel fascicolo della Procura le frasi offensive che Giannelli, difeso dagli avvocati Sara Luiu e Antonio Secci, avrebbe indirizzato a un agente «offendendone l’onore e il prestigio». In particolare parole come: «Non me ne fotte un ca..o di quello che dici pezzo di m...a», «La prossima volta in cella mi faccio trovare nudo e le sbarre piene di vestiti» e via dicendo con altri volgari epiteti.

Affermazioni che per la difesa andavano inserite in un clima di tensione e di disagio generale vissuto da alcuni detenuti della sezione di massima sicurezza. Il pubblico ministero al termine della sua discussione aveva chiesto per l’imputato una condanna a quattro mesi.

Lo scorso giugno Giannelli era stato invece condannato a 5 mesi per minacce e lesioni sempre nei confronti di un agente: «Appuntato lasciami stare, non mi rompere, se mi cerchi mi trovi, non ti preoccupare, da oggi in poi hai finito...» aveva detto in seguito a un controllo all’interno della cella. E per finire lo aveva colpito con uno spazzolone, ferendolo all’avambraccio. (na.co.)

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