La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, ecco le mascherine lavabili e utilizzabili 100 volte

Luigi Soriga
Sassari, ecco le mascherine lavabili e utilizzabili 100 volte

Il consorzio Colis le produce da un mese e le commercializza a 4 euro. Basta un normale ciclo a 60 gradi per igienizzarle e ogni uso costa 4 centesimi 

14 maggio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’emergenza pandemia può essere l’occasione per ripensare il nostro modello di consumo. Ritornare alle buone vecchie abitudini, quando si gettava di meno e le cose si riutilizzavano di più. Il riciclo la filosofia ma anche il business di Colis, un consorzio che riunisce numerose aziende, industrie e lavanderie sarde che lavorano nel versante della sanità pubblica e privata.

Il direttore è Walter Corrias, portotorrese, 50 anni, direttore anche della ditta Sterilis Sardegna: «Da poco più di un mese produciamo e commercializziamo una mascherina riutilizzabile – spiega – ci sembra il modo più intelligente per far fronte a una domanda impressionante di dispositivi di protezione che il mercato dell’usa e getta non riesce a soddisfare». Basta fare un paio di conti per mettere a fuoco la mole di materiale di cui si parla: «Solo in Italia il personale sanitario stimato dall’Istat si aggira intorno alle 750mila unità – dice Corrias – si presuppone che ciascuno utilizzi una media di tre mascherine monouso al giorno. Facendo una stima approssimativa, si arriva a quasi 100 milioni di mascherine chirurgiche necessarie ogni mese solo per il personale sanitario in Italia. Se poi consideriamo il fabbisogno dell’intera popolazione arriviamo a numeri stratosferici. Tutto questo usa e getta si traduce in un colossale inquinamento, in costi altissimi di smaltimento, e nella continua difficoltà di approvvigionarsi e reperire dpi». L’alternativa proposta dal Consorzio Colis è una mascherina riutilizzabile più di cento volte, sanificabile attraverso un semplice lavaggio in lavatrice, il cui costo per singolo uso si aggira ai quattro centesimi.

«Un settore al quale contiamo di rivolgerci è quello delle grandi aziende, a partire da quelle che operano nel mondo della sanità, sino agli alberghi. La nostra capacità produttiva attualmente è di 10 mila unità a settimana, ma potremo tranquillamente aumentare sulla base della effettiva domanda. Per ora abbiamo avuto richieste dal pastificio Cellino, da una concessionaria di auto, ma abbiamo stipulato anche una convenzione con Confindustria». Oltre alla vendita, per le grandi aziende c’è anche la possibilità di noleggiare i dispositivi di protezione. «Siamo un consorzio con una filiera completa, che comprende la produzione ma anche la sanificazione dei materiali. Quindi siamo in grado anche di noleggiare le mascherine, consegnarle, ritirarle, lavarle, sterilizzarle, riconfezionarle e rimetterle a disposizione per un nuovo utilizzo. Con risparmio di costi e un impatto sull’ambiente decisamente più basso». Al momento, invece, si continua ad andare avanti con il ricorso ai presìdi monouso: «L’usa e getta non è in grado di soddisfare la comunità – spiega Walter Corrias – c’è la necessità di approvvigionarsi in maniera costante di quantità smisurate di dispositivi, e ormai la produzione è delocalizzata, prevalentemente in Cina. Il riciclo di mascherine e camici comporta una catena logistica più corta, più facilità di reperire i prodotti, maggiore impulso economico nel proprio territorio. Una sorta di chilometro zero applicato su scala più larga. Meno inquinamento. Se una persona acquistasse quattro mascherine lavabili, potrebbe andare avanti per sei mesi sanificandole alternativamente».


 

In Primo Piano
Dopo il blitz

Sassari, il personal trainer indagato: «Qui alla Ludus lavoriamo in modo pulito»

di Luca Fiori
Le nostre iniziative