Il racconto: "I miei tre mesi da incubo a Casa Serena"
La responsabile della struttura sanitaria sassarese: "Ogni anziano che non ce l'ha fatta è una ferita che porteremo per sempre"
SASSARI. «Potrebbe succedere di nuovo. Ed è bene che tutti lo sappiano». Barbara Fozza, responsabile di Casa Serena, racconta tre mesi da incubo nella struttura comunale per anziani di Sassari: la metà dei 140 ospiti contagiati, decine di vittime. Le proteste dei parenti senza notizie. La fuga dei medici di famiglia e della ditta di pulizie. L’arrivo dei militari.
«Questo virus è subdolo. E quasi impossibile da fermare. Lo dico perché avevamo adottato tutte le misure possibili per evitare i contagi. Ogni anziano che non ce l’ha fatta è una ferita che porteremo sempre con noi. Ora stiamo cercando di ridefinire la vita a Casa Serena in modo da tutelare la salute degli ospiti senza limitarne troppo libertà e autodeterminazione».
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