Progetti interrotti: la collezione dei rosari rivive
Marina Secci l’anno scorso è morta di Covid, il figlio allestisce una mostra nella chiesa del Carmelo
24 giugno 2021
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SASSARI. Non solo vite spezzate, ma anche tanti progetti interrotti: il Covid ha lasciato una difficile eredità ai figli e ai nipoti. Oltre al dolore, anche il desiderio di riafferrare questi progetti e ricucirli al presente. Simone Nieddu, 30 anni, c’è riuscito. Durante la seconda ondata la mamma ha contratto il virus, è stata ricoverata con la polmonite interstiziale, poi intubata e dopo due mesi non è mai riuscita a riabbracciare i propri familiari. Si chiamava Marina Secci e aveva 67 anni. Era una collezionista infaticabile di rosari preziosissimi, aveva coinvolto il marito Mario Nieddu in questa passione durata 40 anni. Insieme avevano creato un sito: www.rosaridascoprire.it, che in fondo racconta il loro amore. I loro viaggi, la voglia di assaporare le cose belle della vita.
La collezione si compone di circa 500 pezzi tra corone cristiane cattoliche, ortodosse, contapreghiere musulmane e buddiste, oltre a icone e piccole statue di Madonne Nere che si trovano nel mondo.
Si va dai rosari più preziosi (dei veri e propri gioielli) a quelli più "poveri" composti di semplici perline ma rappresentanti la devozione ad un preciso santo, a quelli più particolari, realizzati ad esempio con la carta, con la ceramica, con la lana infeltrita, con la palma sarda o addirittura con lo stesso metodo costruttivo ed i materiali usati nella realizzazione dei coltelli a serramanico. In questi giorni, e sino a venerdì, alcuni rosari della collezione sono esposti all’interno della Chiesa del Carmelo. Un gesto di amore, un progetto interrotto che riprende vita. (lu.so.)
La collezione si compone di circa 500 pezzi tra corone cristiane cattoliche, ortodosse, contapreghiere musulmane e buddiste, oltre a icone e piccole statue di Madonne Nere che si trovano nel mondo.
Si va dai rosari più preziosi (dei veri e propri gioielli) a quelli più "poveri" composti di semplici perline ma rappresentanti la devozione ad un preciso santo, a quelli più particolari, realizzati ad esempio con la carta, con la ceramica, con la lana infeltrita, con la palma sarda o addirittura con lo stesso metodo costruttivo ed i materiali usati nella realizzazione dei coltelli a serramanico. In questi giorni, e sino a venerdì, alcuni rosari della collezione sono esposti all’interno della Chiesa del Carmelo. Un gesto di amore, un progetto interrotto che riprende vita. (lu.so.)