La Nuova Sardegna

Sassari

«Disavanzo zero entro due anni»

di Giovanni Bua
«Disavanzo zero entro due anni»

L’assessore al Bilancio Sardara: «Debiti tagliati da 25 a 10 milioni, verifichiamo ogni euro di spesa»

12 gennaio 2022
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SASSARI. Oltre due milioni recuperati tra gli impolverati residui delle casse comunali, con alcuni fondi che risalivano addirittura al primo mandato Campus. Un milione di canoni non pagati da Saba dal 2012 riscossi. Caccia grossa agli evasori totali, soprattutto della Tari, con 1 milione e 600mila euro di accertamenti. E un’accurata attività di pulizia e monitoraggio dei singoli settori, che ha portato a ridurre il disavanzo del Comune da 25 milioni a meno di 10. «Vedere l’amministrazione di un’ente pubblico con un occhio da privato mi ha aiutato a portare novità gestionali e diversi approcci. Resi possibili anche dalle professionalità di livello assoluto che ho avuto il piacere di trovare negli uffici».

Se c’è un protagonista silenzioso di questi primi due anni e mezzo di mandato del sindaco Campus è il suo “intoccabile” assessore a Bilancio, Tributi, Partecipate e Personale. Carlo Sardara: sassarese del 1967, bocconiano (il relatore della sua tesi era Victor Uckmar, tra i più noti fiscalisti e tributaristi italiani), dottorato di ricerca in Uniss, fratello di Stefano, presidente della Dinamo, di cui è stato Ad e presidente della Fondazione. Ma soprattutto commercialista, consulente tributario e societario, sindaco e revisore contabile.

Un super tecnico insomma, in una casella che di prassi è una delle più politiche, che oltre alla totale fiducia del primo cittadino ha conquistato un gradimento unanime in Consiglio, merce rara in un mandato in cui il rapporto con le opposizioni è ad altissima tensione. «Sicuramente – spiega Sardara – le mie deleghe sono delicate. Ma dipende da come le si vive. Io sono un tecnico, e le indicazioni politiche arrivano dalla giunta, dal sindaco. Il mio unico lavoro è ottimizzare l’utilizzo delle risorse, e scalare il più velocemente possibile la montagna del disavanzo. Raggiungeremo la vetta in due anni, e finalmente Sassari potrà iniziare a spendere i suoi soldi invece che metterli da parte».

Questo comporta una verifica certosina di ogni spesa, e non è infrequente vedere l’assessore impegnato a far approvare in Consiglio variazioni di poche centinaia di euro. «Il sistema – spiega – si regge con la verifica immediata di quanto si è speso per un intervento. In un bilancio complesso come quello di Sassari può capitare per mille motivi che un intervento non si concluda, non parta, non spenda tutte le risorse. Fino ad ora queste risorse, per il 30%, finivano in residui, magari recuperati dopo anni. Ora le usiamo al 90-95%».

Il punto debole: «Il personale è molto competente, ma a causa del blocco del turn over e di quota 100, siamo in pochi. Ora finalmente abbiamo ripreso ad assumere, ed entro il 2022 chiuderemo tutti i concorsi e andremo a regime». Personale, spiega Sardara, «che prima di tutto vorrei destinare ai Tributi, vero punto dolente ma anche grande opportunità. Stiamo lavorando sull’incrocio delle banche dati per recuperare gli evasori totali, soprattutto della Tari. Abbiamo fatto accertamenti per 1.6 milioni, aumentando la “base imponibile”. E questo senza essere troppo aggressivi con la riscossione con chi “conosciamo” già e in questo difficile momento ha avuto problemi. Pagare tutti vuol dire pagare meno, o implementare i servizi, e liberare ancora nuove risorse, che ora sono congelate nel fondo crediti di dubbia esigibilità». Tanto lavoro da fare insomma: «Devo dire – chiude l’assessore – che è molto stimolante, faticoso ma in grado di dare grandi soddisfazioni, anche perché i risultati, almeno dal punto di vista contabile, si vedono. I conti del Comune sono sani, siamo come una famiglia che sta chiudendo un grosso debito, ma ha le risorse per farlo, e anche più in fretta del previsto. Ora deve fare qualche sacrificio, ma da questi sacrifici avrà grandi benefici».

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