La Nuova Sardegna

Sassari

Zone turistiche a Sassari, l’ultimo strappo

di Giovanni Bua
Zone turistiche a Sassari, l’ultimo strappo

La variante arriva in aula domani per l’approvazione, solo venerdì l’incontro con le associazioni

28 aprile 2022
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SASSARI. Ultimo atto, ed ennesimo strappo, sulle ormai celebri zone F4, le aree di espansione turistica comunale al centro da mesi di una bollente polemica tra maggioranza, opposizione, municipalità della Nurra e alcuni gruppi di imprenditori. La nuova variante, confezionata dall’assessore all’Urbanistica Nicola Lucchi, licenziata dopo tre sedute di commissione lo scorso venerdì, arriva domani in consiglio comunale per l’approvazione preliminare.

Una mossa per certi versi attesa ma che non mancherà di rinfocolare le polemiche. Se il dibattito in consiglio farà infatti in tempo a inglobare le osservazioni della Municipalità della Nurra sul futuro delle borgate, a cui la variante sarà illustrata questo pomeriggio in un incontro nell’ufficio tecnico, la convocazione dei “portatori di interesse” e delle associazioni prevista per venerdì sarà a voto già acquisito e, per lo sgarbo, in molti pensano di disertarla.

«Il tempo per intervenire, proporre, migliorare ci sarà – sottolinea l’assessore all’Urbanistica Nicola Lucchi – nella fase delle osservazioni. Nelle quali mi aspetto proposte forti e migliorative di una variante che mette le basi per il futuro sviluppo, ma necessita intorno di tutto un contesto che si deve attivare, costruire, mettere in rete». «Come sempre questa giunta confonde l’audire con l’ascoltare – commenta pungente l’opposizione – ma d’altronde ci siamo tristemente abituati».

Critiche che prevedibilmente si trasferiranno nell’aula di Palazzo Ducale domani pomeriggio. Con il consiglio comunale che è chiamato all’approvazione preliminare della variante che prevede 27mila metri cubi a Porto Ferro, con parcheggio, parco urbano e zona residenziale a Villa Assunta. E ancora 118mila mc tra l'Argentiera, esclusivamente alberghiera, e un mix tra alberghiero e residenziale a Palmadula e Porto Palmas (sette le zone turistiche individuate). E ancora residenziale e alberghiero a Biancareddu-Rena Majore (5 zone 103mila mc), alla Pedraia (3 zone 15mila mc). E due maxi operazioni a Platamona (3 zone turistiche 109mila metri cubi, esclusivamente alberghiera) e a Fiume Santo, con 161mila metri cubi di alberghi realizzabili in un'unica area nell'ex zona industriale.

E proprio l'operazione Fiume Santo è quella che si annuncia essere la più dibattuta. Con il rilievo, espresso da diversi consiglieri di minoranza, che verte sulla complessità di un’operazione che rischia di fare da tappo a tutta la variante.

L'area individuata è infatti di proprietà della Fiume Santo, gravata da una serie di vincoli dettati da decreti ministeriali e delibere regionali, assoggettata a un piano territoriale di coordinamento del consorzio industriale (che ha rango superiore ai Puc), dichiarata di rischio rilevante e in attesa di bonifiche.

Inoltre, nonostante sia Lucchi che il dirigente del Settore Pisoni abbiano citato piani simili in centrali dismesse in tutta Italia (anche a Portoscuso) Eph non ha intenzione di dismettere nulla, ha incassato nel 2019 il rinnovo di essenzialità dell'impianto, ha annunciato 300 milioni di investimenti e, proprio in quell'area, vorrebbe realizzare un parco fotovoltaico.

Prima di arrivare allo scontro la strada è comunque lunga, visto che il voto di giovedì è solo il primo passo dell'iter che, tra copianificazione, valutazione di impatto ambientale e osservazioni, porterà all'approvazione definitiva in aula e alla non mai semplice verifica di coerenza della Regione.

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