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Sassari, saltano le gite scolastiche: «Sono troppo costose»

di Paolo Ardovino
Sassari, saltano le gite scolastiche: «Sono troppo costose»

L’allarme di famiglie e presidi delle scuole cittadine e della provincia. «Fino a mille euro per voli andata e ritorno e pernottamento»

11 marzo 2024
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Sassari In futuro, molti meno aneddoti cominceranno con la frase: «Quando andai in gita con la scuola...». Ora come ora, per riuscire a fare il viaggio d’istruzione, o lo si maschera da tirocinio per avere qualche agevolazione o, «nella maggior parte dei casi», si rimane in classe.

Nel fenomeno del caro-voli che coinvolge la Sardegna in vista di Pasqua, rientrano anche gli studenti sassaresi che da mesi stanno programmando la gita oltremare per fine marzo o per i primi di aprile, e che con molta probabilità rimarranno a terra. Oppure saranno costretti a sborsare cifre clamorose.

Cara gita quanto costi «Meno di una settimana in Grecia tra aereo andata e ritorno e pernottamento viene a costare 750 euro a testa». A oggi, ma i biglietti non sono stati ancora fatti, perciò c’è il timore che «più passi il tempo e più il prezzo continuerà a lievitare»: a parlare, preoccupata, è Maria Antonietta Marmillata, presidente del consiglio d’istituto del liceo “Azuni” di Sassari. Ma soprattutto, uno dei tanti genitori in bilico tra il timore di vedere i propri figli delusi dal viaggio d’istruzione sfumato e il brivido di dover spendere molto più di quanto immaginato. «Stanno saltando molte gite per le spese davvero alte, per lo più legate ai voli – racconta – Ci sono scuole che hanno anticipato ai mesi invernali e le classi sono riuscite a partire con costi ridotti. All’Azuni molte gite sono saltate o rimangono incerte fino all’ultimo perché sono cambiati i preventivi».

L’iter per organizzare un viaggio parte con largo anticipo. Entro fine ottobre si valutano le proposte per la meta, poi tutto passa alle segreterie delle scuole e si apre il bando di gara per le agenzie di viaggio («che partecipano sempre meno, non conviene neanche a loro»). «Da quote iniziali di 450-500 euro siamo arrivati a 750 euro per studente. Costi alti sia per destinazioni italiane che estere», spiega desolata. Come le formule che si imparano tra i banchi, cambiando lo scalo, il risultato rimane invariato: «Alghero è l’aeroporto più comodo ma stiamo provando anche Olbia e Cagliari». E in nave? «Con le traversate, su sei giorni di gita, praticamente se ne perdono due».

Compromessi Eppure, proprio grazie alla sterzata da viaggio in aereo a viaggio in nave, «ieri quattro classi sono riuscite a partire». Da Porto Torres a Barcellona. La dirigente scolastica del polo tecnico “Devilla” di Sassari, Nicoletta Puggioni, racconta: «Le classi hanno viaggiato sfruttando l’opportunità di un progetto di alternanza scuola-lavoro». È una strada percorribile. In questo modo non tutte le spese sono a carico delle famiglie, che pagheranno solo, si fa per dire, circa 400 euro a testa. «Ma il problema esiste – ammette lucidamente Puggioni –. La Sardegna è sempre penalizzata e in questi ultimi anni ancora di più. Siamo nella condizione di dover programmare in base alle disponibilità dei pochi collegamenti nei nostri aeroporti».

E per le scuole è una beffa vedere rotte con l’Europa e il resto del mondo in alta stagione e vederle poi sparire negli altri mesi. «Faccio un esempio: da fine aprile Ryanair aprirà molti collegamenti, ma nell’ultimo mese di attività scolastica, per regola, non si possono organizzare gite, è un peccato». Spesso le aspettative vengono deluse: «Abbiamo dovuto rifiutare di portare i nostri alunni a vedere come si lavora in un’azienda che costruisce aerei in Francia perché non c’era un volo diretto, e con gli scali veniva a costare troppo». A volte contribuisce la scuola, ma può arrivare fino a un certo punto. Al “Devilla” hanno una tradizione di stage di una settimana in giro per l’Europa, specie in Inghilterra, «e ora costerebbe non meno di 1100 euro».

Quest’anno il Ministero ha messo a disposizione un contributo per i viaggi d’istruzione, peccato che sia riservato a chi ha un Isee di massimo 5mila euro e si limiti ad appena 150 euro. «Un tetto abbastanza basso, qui hanno aderito appena tre famiglie».

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