La Nuova Sardegna

Sassari

Viaggio nei gremi

Falegnami gli antichi maestri d’ascia e il nuovo candeliere

di Giovanni Bua
Falegnami gli antichi maestri d’ascia e il nuovo candeliere

Lacrime e applausi per il cero spezzato nel 2024, pagina indelebile di una storia ultrasecolare

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Il candeliere spezzato nel 2024, portato a braccia alla chiesa di Santa Maria, tra lacrime e applausi (oggi inizierà il restauro ad opera della restauratrice Alessandra Carrieri della Soprintendenza e con l’ausilio del gremiante e falegname Ferdinando Concas). Lo svelamento del nuovo cero a Palazzo Ducale nei giorni scorsi, che ha ripreso a ballare.

Parti indelebile della storia di un Gremio che deve le sue origini alle antiche corporazioni di arti e mestieri che si svilupparono a Sassari nel corso del 1300. Furono una corporazione molto importante a Sassari dal 16° al 18° secolo, e lasciarono pregevolissime testimonianze della loro grande capacità artigiana in tutto il territorio della Provincia e nelle Chiese più antiche della città, come Santa Maria in Betlemme e San Pietro in Silki.

Dal 1381, anche se ancora non si può parlare di gremio, convivevano assieme ai Muratori, e altre maestranze. Nell’agosto del 1531, nell’ordinanza del comune di Sassari emanata per definire l’ordine di ingresso a Santa Maria di Betlem, durante la processione dei candelieri; i Falegnami, erano indicati con la parola spagnola “fusters”, ed era stabilito che dovessero entrare per quinti.

Il 17 marzo 1538 è la data del primo statuto, nel quale i Falegnami risultano riuniti in “confraria”, con il titolo di “Nuestra Señyora dels Angels”, insieme ad altri artigiani. Qui erano chiamati “mestres de axa” e “fusters”. Il 18 febbraio 1776 è la data dello statuto col quale venne istituito il “gremio de albaniles y carpinteros”.

Nel 1806 costituirono un Gremio autonomo, a conclusione di una lunga disputa contro i Muratori dai quali si separarono tra la fine del 1700 e gli inizi dell’800. Perfezionata la separazione, entrarono a far parte del Gremio anche i “maestri di burò, di archibugi e di molino, i sellai ed i bottai”.

Il nuovo Gremio, elesse suo Santo Patrono San Giuseppe e si insediò nella propria cappella all'interno di Santa Maria. Dopo il crollo della Chiesa, nel 1820, nacque una nuova controversia, questa volta con i Francescani, che, dopo ben 7 anni, si concluse con un accordo grazie al quale i Falegnami trovarono posto nell’attuale cappella prima intitolata a San Giuseppe da Copertino.

Nel 1921 ottennero l’autorizzazione a prender parte alla discesa dei candelieri. Il candeliere fu realizzato dalla falegnameria dei “Fratelli Clemente”. Attualmente sfilano all’ottavo posto fra Contadini ed Ortolani e sono i sesti ad entrare in chiesa.

La bandiera presenta l'effige di San Giuseppe ed è di colore azzurro, così come il corpetto dei gremianti che è decorato con bottoni dorati. Il gremio dei Falegnami, festeggia il proprio patrono il 19 marzo (festa piccola) e la seconda domenica di maggio (festa grande).

Nel gremio Romolo Abis (presidente e obriere maggiore), Gianluca Secchi (obriere di candeliere), Bruno Olla, Pier Luigi Contini (fisco maggiore), Francesco Carta (anziano), Daniele Carta (cassiere), Luigi Ibba (segretario, anziano), Francesco Carboni (presidente onorario). Danilo Fois (anziano), Ferdinando Concas. I novizi sono Giovanni Carta, Raffaele Abis, Vittorio Poddighe.

Antonello Poddighe è il capo candeliere. I portatori: Enrico Sini, Vincenzo Pirino, Mario Vargiu, Mirco Piras, Andrea Merella, Giovanni Poddighe, Andrea Muroni, Federico Congiatu, Nicola Poddighe e Francesco Simola (tamburino).

Primo piano
Fiamme

Una giornata di inferno, roghi in tutta l’isola da Orosei a Cardedu

di Simonetta Selloni
Le nostre iniziative