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Sassari, a bando i primi 27 appartamenti a prezzo calmierato nel centro storico

di Giovanni Bua
Sassari il cantiere dell'ex Hotel Turritania in Porta Sant'Antonio
Sassari il cantiere dell'ex Hotel Turritania in Porta Sant'Antonio

Anche lo “scatolone” ex Turritana al centro del progetto di housing sociale e rigenerazione urbana

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Sassari Lo “scatolone”, come i sassaresi con (poco) affetto lo hanno sempre chiamato, si prepara a riprendere vita. Ospitando 17 nuclei di nuovi residenti della sempre più numerosa fascia grigia: donne e uomini che, pur avendo un reddito medio, faticano ad affittare o acquistare casa alle condizioni del libero mercato ma al contempo sono esclusi dall’edilizia popolare. E provando a infondere la vita nel cuore malato di Sassari: la parte bassa del centro storico.

Lo scatolone Si tratta dell’ex Turritania, che la Mario Ticca Costruzioni si appresta a riconsegnare alla città il 19 dicembre, dopo la proroga di 5 mesi concessa ai lavori quando si è scoperto che sarebbe stato necessario demolire quasi tutti i solai del cadente edificio, costringendo l’azienda a ulteriori lavorazioni per garantire la stabilità della struttura. Poca roba pensando al dibattito ultradecennale sul futuro dell’ex hotel, iniziato a realizzare da Vico Mossa nel 1942 per conto dell’Eca e abbandonato dagli anni ’80, e che ora sembra avere ritrovato finalmente una vocazione.

Zona grigia Sarà infatti il centro del progetto su cui l’amministrazione comunale sta scommettendo con forza per dare nuova linfa al centro storico: l’housing sociale. Progetto che, oltre alle 17 famiglie del Turritania, mette a bando altre 10 case nella città murata: 2 in via Esperson, 5 in via Canopolo, 3 in corso Vittorio Emanuele II, ristrutturate grazie ai fondi del Pinqua e pronte a ripopolare un’area che spera di diventare il vitale raccordo con il nuovo centro intermodale.

Il bando Il bando per assegnare gli alloggi è stato pubblicato venerdì sull’albo pretorio online del Comune, dove resterà sino al 31 ottobre. Sino ad allora le domande potranno essere presentate solo dal portale multi-piattaforma dei servizi online del sito istituzionale. Gli interessati dovranno allegare alla domanda le certificazioni Isee per il 2025, con un valore tra 9mila e 40mila euro. Chiusa l’istruttoria, sarà pubblicata la graduatoria provvisoria per dieci giorni. Dopo altri sette giorni, via a eventuali ricorsi.

Rigenerazione L’idea è di procedere parallelamente alla riqualificazione urbanistica e alla rigenerazione socio-economica del centro murato. Puntando su una precisa fetta della popolazione, spesso giovane, che inverta un trend sicuramente complicato negli anni da importanti problemi di sicurezza ma innescato principalmente dal progressivo spopolamento della parte storica della città, che ha finito per perdere (o, in rari casi, difendere a fatica) il suo ruolo sociale, economico e culturale.

La prima volta «Prende corpo il primo progetto pubblico di housing sociale a Sassari», sottolinea il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia. «Vogliamo migliorare l’aspetto, la funzionalità e la qualità di vita del centro storico col recupero e la riqualificazione di spazi degradati o sottoutilizzati, da restituire alla città per migliorare la qualità di vita dei residenti, creare nuovi servizi, aumentare la sicurezza, promuovere la partecipazione e favorire nuove opportunità di lavoro e di sviluppo», prosegue il primo cittadino.

Interventi «A breve il centro storico sarà interessato da attività e interventi di rigenerazione urbana che ne cambieranno l’aspetto e la vivibilità – aggiunge Mascia – l’housing sociale concorre all’obiettivo, proprio a iniziare dall’ex Hotel Turritania: chiudiamo partite aperte da troppo tempo e guardiamo avanti con nuovo entusiasmo e nuove idee».

I destinatari Entrando nel dettaglio, «i destinatari dell’housing sociale dovranno avere un reddito superiore ai limiti di accesso all’Erp, ma con un Isee al massimo di 40mila euro. Ciò consentirà loro di far fronte al costo del canone calmierato», spiega l’assessora alle Politiche per la casa, Patrizia Mercuri. «Attualmente nel centro storico è alta la percentuale di famiglie in condizioni di disagio e povertà assoluta, oltre a diffuse situazioni di disoccupazione, microcriminalità, emarginazione – rimarca – la rigenerazione urbana può avviare un processo che renda nuovamente attrattivo il centro storico, con investimenti destinati a rimanere nel tessuto della comunità e a influenzare positivamente le generazioni future».

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