La Nuova Sardegna

Sassari Una serata tra un bar e un circolo di Bancali, poi una breve sosta in un’abitazione di Viziliu e infine il silenzio. Tre giorni di ricerche intorno alla città e quel silenzio assordante, rotto martedì sera, 8 settembre, solo dall’appello disperato di una madre in lacrime: «William torna a casa». Ma William Manca, sassarese di 45 anni, forse era già qui da sabato notte, tra i cespugli isolati di Pian di Sorres sulla strada per Monte Pizzinnu - tra Sassari e Porto Torres - dove è stato rinvenuto senza vita ieri pomeriggio, 10 settembre, quando un vigile del fuoco fuori servizio, accompagnato dallo zio, si trovava nella zona alla ricerca di lumache.

I parenti e gli amici sono certi che il 45enne si sia sentito male sabato notte e qualcuno lo abbia abbandonato qui, invece di chiamare i soccorsi. Tra la vegetazione fitta, tra rovi e cespugli alti più di tre metri che rendono invisibile qualsiasi cosa dalla strada, i due uomini notano un corpo immobile, a pochi metri da una piccola discarica. «Abbiamo visto i piedi - hanno raccontato ai carabinieri - il resto del corpo era dentro il cespuglio. Quando abbiamo capito che quell’uomo era morto, abbiamo immediatamente chiamato il 112».

Jeans consumati, scarpe da tennis e una t-shirt grigia, gli stessi indumenti che indossava William sabato sera quando è uscito di casa, dicendo che sarebbe rientrato dopo due ore. Subito è scattato l’allarme e sul posto sono arrivati gli investigatori della sezione operativa dell’Arma e i vigili del fuoco, insieme al pubblico ministero Ermanno Cattaneo, al medico legale e al maggiore Antonio Odoroso, comandante della compagnia dei carabinieri di Sassari. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione, quasi irriconoscibile. Solo pochi minuti prima delle 17, tra lacrime silenziose e sguardi increduli, il fratello Costanzo ha potuto identificarlo. Sorretto da un’amica l’uomo si è avvicinato verso l’albero d’ulivo che faceva ombra al corpo di suo fratello e non ha avuto dubbi: «È lui».

William era un giovane conosciuto e stimato nel quartiere di Sant’Apollinare, dove viveva con la madre disabile e il fratello maggiore Fabio. La famiglia, molto legata e benvoluta, aveva già affrontato la perdita del padre cinque anni fa. «Quando William usciva – raccontano i fratelli – se faceva tardi avvisava sempre. Sabato verso le 18 era uscito per una passeggiata, dicendo che sarebbe rientrato dopo due ore. Non è mai tornato. Da domenica lo abbiamo cercato ovunque e chiesto informazioni a tutti, ma siamo certi che qualcuno lo abbia scaricato qui già morto».

Secondo alcuni testimoni, William avrebbe trascorso la serata con due persone che conosceva, tra un circolo, un bar di Bancali e un’abitazione di Viziliu. Alcuni lo avrebbero visto non stare bene all’interno di un’auto, e qualcuno avrebbe suggerito di chiamare un’ambulanza. Ma le due persone che erano con lui lo avrebbero portato via, promettendo di prendersi cura di lui. Il giorno seguente, domenica mattina, prima di pranzo, i due sarebbero rientrati nel locale di Bancali dove erano stati visti la sera prima e, alla barista che chiedeva di William, avrebbero risposto che stava bene e che era rientrato a casa. Ma non era così. A metà pomeriggio qui nelle campagne silenziose della Nurra, tra Monte D’Accoddi e la zona industriale di Truncu Reale, arrivano altri amici di William, nessuno vuole credere che quel corpo coperto da un telo bianco sia il suo. Nel mentre i carabinieri hanno delimitato l’area e avviato le indagini per chiarire con precisione le circostanze della morte. Gli esami medico-legali stabiliranno se il corpo sia stato effettivamente trasportato qui dopo la morte e chiariranno le cause del decesso.

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