La Nuova Sardegna

Sassari

In Cassazione

Colpo di scena per l’omicidio di Alessio Ara, annullata la condanna all’ergastolo: ecco che cosa è successo

di Nadia Cossu
Alessio Ara di Ittireddu nel riquadro
Alessio Ara di Ittireddu nel riquadro

Per quel “delitto d’onore” un’altra sentenza clamorosa

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Sassari Nuovo colpo di scena nel caso dell'omicidio di Alessio Ara, l'operaio di 37 anni ucciso il 15 dicembre del 2016 con due fucilate alla schiena mentre entrava a casa dell’anziana madre, a Ittireddu. Per quel delitto “d’onore”, come era stato definito dagli inquirenti all’epoca, nel 2020 era stato condannato all’ergastolo l’allevatore 66enne di Mores Vincenzo Unali. Ieri, giovedì 2 ottobre, la Cassazione – cui aveva presentato ricorso l’avvocato difensore Pietro Diaz –  ha annullato per la seconda volta la condanna all’ergastolo dell’imputato.

Si tratta della quinta sentenza emessa sul caso. Dopo il verdetto di primo grado, infatti, la corte d’assise d’appello di Sassari aveva confermato l’ergastolo ma l’avvocato Diaz aveva presentato ricorso in Cassazione e a maggio del 2023 la Suprema Corte aveva annullato la sentenza perché era stata accolta la censura relativa “al mancato espletamento di una perizia sulle tracce biologiche rinvenute e sul Dna” e aveva rinviato per un nuovo giudizio alla corte d’assise d’appello di Cagliari. Così i giudici di Roma avevano motivato l’annullamento del verdetto con il quale Unali era stato condannato al carcere a vita.

La prova “regina” indicata dall’accusa erano le tracce biologiche rilevate su un indumento che fu trovato vicino al luogo dell’omicidio e che, per la Procura, fu perso dal killer durante la fuga. Si trattava del pantalone di una tuta che sarebbe stato usato per avvolgere il fucile. Quelle tracce erano su un laccio utilizzato per chiudere l’estremità del pantalone. Una traccia in particolare era riconducibile senza dubbio a Unali e l’altra a una terza persona. 
Al centro dello scontro fra accusa e difesa, erano finite proprio le analisi sul dna rinvenuto su quei pantaloni. Prove schiaccianti, per la Procura. Generiche e insufficienti, secondo la difesa che aveva insistito perché venisse effettuata una nuova perizia. 

La Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Diaz, due anni fa aveva stabilito che il processo era da rifare. Secondo il difensore, infatti, «né le tracce di Dna né quelle della polvere da sparo» avrebbero dimostrato che era stato «Vincenzo Unali a sparare due fucilate contro Alessio Ara».

E la Cassazione gli aveva dato ragione: la perizia doveva essere eseguita.

 Il nuovo processo nella corte d'assise d'appello di Cagliari, a dicembre del 2024, ha  confermato l'ergastolo a Unali. L'avvocato difensore Diaz ha presentato un nuovo ricorso per Cassazione e ieri è arrivata la clamorosa decisione: ergastolo annullato. Per la seconda volta.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti e le motivazioni della sentenza di primo grado, Vincenzo Unali intendeva vendicare l’onore della famiglia, leso dal rapporto clandestino tra Alessio Ara e la figlia, ufficialmente impegnata in una relazione con un socio in affari del padre.

L’incontro fra Ara e la giovane sarebbe avvenuto proprio mentre il manovale di Ittireddu lavorava all’interno dell’appartamento in cui la donna e il compagno sarebbero dovuti andare ad abitare dopo il matrimonio. Un affronto che l’imputato non avrebbe accettato (per motivi economici, più che morali) tanto da vendicarlo con un omicidio. Una ricostruzione che Unali e la sua famiglia avevano sempre smentito.

Di fatto, con questa ultima decisione della quinta sezione penale della Suprema corte, l'omicidio del 37enne di Ittireddu resta senza un colpevole.

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