Truffa e riciclaggio, 13 persone a processo
L’accusa: merce pagata alle aziende con assegni scoperti e ricevute fasulle. Chi sono i sardi coinvolti
Sassari Un’indagine molto complessa che nel 2019 aveva permesso di sgominare una banda strutturata i cui componenti individuavano attività commerciali, studiavano un piano e poi si presentavano per effettuare ordini di ingenti quantitativi di merce. Come pagamento proponevano assegni bancari postdatati (che poi risultavano regolarmente scoperti) riferiti a conti correnti intestati ad aziende il cui amministratore delegato era la classica “testa di legno”. L’organizzazione aveva raggiunto un livello professionale elevato, tanto che in molti casi – al posto degli assegni – veniva proposto il pagamento con ricevute bancarie fino a 90 giorni e la solidità delle aziende veniva certificata da commercialisti, consulenti e tecnici (alcuni arrestati all’epoca, altri indagati). Tredici in tutto le persone finite a processo per truffa e tentata truffa davanti al collegio presieduto dalla giudice Monia Adami (a latere Valentina Nuvoli e Paolo Bulla). Ieri sono stati sentiti i primi testimoni del procuratore Armando Mammone: il capitano dei carabinieri Antonio Onida (attuale comandante del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Sassari) e il luogotenente Carmelo Pau. Furono infatti i militari del nucleo operativo e radiomobile della Sezione operativa della compagnia di Sassari, all’epoca, a svolgere le indagini con attività tecniche e intercettazioni telefoniche e ambientali. E ieri hanno ricostruito le fasi salienti dell’inchiesta. Nel 2019 avevano eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre ai domiciliari. Le persone indagate erano in tutto 27 con perquisizioni effettuate tra Sassari, Nuoro, Reggio Emilia, Modena, Parma e Milano. La contestazione: associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio. In tutto erano state accertate 37 truffe per un danno a note aziende sassaresi di circa 800mila euro, sventati all’ultimo momento altri tentativi di truffa per un valore che superava i 3 milioni di euro. Tra i sardi coinvolti le posizioni più pesanti sarebbero a carico di Lussorio Manca, 59 anni di Borore, i sassaresi Marco Salis, di 44 anni, e Giulio Caggiari, 26, e Salvatore Campus, 57, di Nuoro. Gli altri imputati sono Marco Chiaramonti, Luigi Chiapparone, Maurizio Beccantini, Francesco Porcu, Giovanni Marmillata, David Soddu, Raimondo Canu, Alfonso Caria e Antonio Parisi. (na.co.)