Uccise il padre nel sonno con una fiocina e un coltello: confermata la condanna
Il 27 aprile 2022 Alberto Picci, in preda a un impulso d’odio, colpì i genitori nella casa di Santa Maria Coghinas mentre dormivano
Sassari La corte d'assise d'appello di Sassari ha confermato oggi venerdì 21 novembre 2025 la sentenza di primo grado per Alberto Picci, accusato di aver ucciso il padre Giuseppe, colpendolo con una fiocina e un coltello mentre dormiva, all'alba del 27 aprile 2022, nella sua casa a Santa Maria Coghinas. L’uomo era deceduto dopo otto mesi di agonia.
Picci oggi è stato condannato a 13 anni e 4 mesi che vanno ad aggiungersi ai 12 già inflitti per il tentato omicidio del padre (pena che risale a prima che il genitore morisse e che era già diventata definitiva) per un totale complessivo di 25 anni e 4 mesi. L'avvocato difensore Claudio Mastandrea aveva chiesto l'assoluzione invocando l'incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti.
La notte del 27 aprile, in preda a un raptus che lui stesso nella confessione aveva definito "impulso d’odio", ridusse in fin di vita i genitori, aggredendoli nel sonno: il padre fu trafitto con una fiocina che gli attraversò la gola e si conficcò nel cranio, e da un coltello in bocca; la mamma, Giovanna Drago, fu colpita alla testa con un coltello multiuso. Il padre fu miracolosamente tenuto in vita dai medici per otto mesi, poi morì a causa di una polmonite contratta proprio a causa delle lesioni della fiocina, che gli impedivano una normale respirazione e deglutizione.
