La Nuova Sardegna

Sassari

L’intervista

«Mio fratello William lasciato morire in un campo. Mamma si sveglia di notte e lo cerca ancora»

di Luca Fiori

	Fabio Manca e nel riquadro il fratello William
Fabio Manca e nel riquadro il fratello William

Sassari, le strazianti parole di Fabio Manca. Il 45enne era scomparso il 6 settembre e poi ritrovato sulla strada per Porto Torres

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Sassari «Mia madre si sveglia nel cuore della notte e va ancora a cercare William nel suo letto, per vedere se è rientrato. È un dolore troppo grande per una mamma non sapere cosa abbiano fatto al proprio figlio. Per lei è straziante sapere che sia stato gettato in un campo senza alcuna pietà».

A tre mesi esatti dall’ultima volta che lo ha visto uscire di casa sorridente, Fabio Manca accetta di parlare con La Nuova Sardegna di quel che è capitato al fratello William, il 45enne sassarese scomparso il 6 settembre a Sassari e ritrovato senza vita quattro giorni dopo, in un campo a Truncu Reale, sulla strada per Porto Torres.

Lo sguardo è fisso davanti a sé, le mani in tasca, mentre racconta il dramma della sua famiglia non lontano dalla chiesa di Santa Maria di Betlem. Accanto a lui c’è Angelo Rassu, lo zio di William, carabiniere in congedo, che tre mesi fa aveva dato il via alle ricerche. Fabio ha la voce rotta, ma trova la forza di parlare dal dolore e dalla rabbia, mentre ricostruisce quei giorni che hanno cambiato per sempre la vita della sua famiglia. «William era un bravo ragazzo, amava uscire con gli amici, ridere, stare in compagnia, ma pensava sempre a mamma. Era attento, premuroso, non lasciava mai sola. Non aveva nemici – aggiunge – non aveva problemi con nessuno».

Il 6 settembre William era uscito di casa alle 18, dicendo che sarebbe tornato subito. Quattro giorni dopo, il suo corpo è stato ritrovato in una discarica abusiva da due persone che stavano cercando lumache. Una frattura al torace, rilevata sul cadavere, racconta di un trauma subito, forse una colluttazione o l’impatto con il terreno. Non la causa della morte, ma un dettaglio che pesa come un macigno. «Chi lo ha gettato lì senza chiamare soccorsi è in giro, mentre mio fratello sta mangiando terra. Questo non è giusto – prosegue Fabio Manca – tre mesi di silenzio, io e la mia famiglia non ce la facciamo più. Vogliamo risposte, vogliamo giustizia. Si devono dare una mossa, devono dirci cosa è successo quella notte». Fabio fa qualche passo, poi in via Dei Gremi si ferma e riprende a parlare. «Solo mio fratello sa cosa gli hanno fatto. Chi sa qualcosa parli – dice con rabbia – altrimenti lo avrà per sempre sulla coscienza».

Lo zio Angelo ascolta in silenzio, come sempre, pronto a sostenere ogni parola e ogni passo di Fabio. Tre mesi fa, era stato lui a correre in caserma e chiedere aiuto. «Tre mesi e non sappiamo nulla di quello che è successo – ripete Fabio – gli inquirenti devono muoversi. Noi non vogliamo vendetta, vogliamo solo capire. Voglio sapere chi c’era quella sera con William, cosa hanno fatto, perché non hanno chiamato nessuno. Non è possibile che mio fratello finisca così, e chi poteva salvarlo non abbia fatto nulla».

Le indagini in realtà sono andate avanti. Cinque persone sospettate di aver trascorso con William l’ultima serata sono state ascoltate più volte dai carabinieri, perquisite nelle abitazioni. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere nella zona della discarica dove è stato ritrovato il corpo. Gli esami tossicologici, ancora in attesa, dovranno chiarire se le sostanze assunte quella sera abbiano avuto un ruolo nella tragedia. Fabio cammina ancora, lentamente, come a far scorrere il tempo, come a colmare un vuoto che nessuno può riempire. «Ci sentiamo dimenticati – conclude – trascurati. Non è solo il dolore per la perdita di mio fratello, ma la frustrazione di non avere risposte. Io voglio che chi sa qualcosa parli, subito. Non possiamo più aspettare. Vedere mia madre alzarsi ogni notte a cercare un figlio in un letto vuoto è veramente troppo doloroso».

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