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Yes, vado alla Torres Lo stadio all’inglese nel futuro rossoblù

di Vincenzo Garofalo
Yes, vado alla Torres Lo stadio all’inglese nel futuro rossoblù

Presentato il progetto di restyling del vetusto Vanni Sanna Posti auto interrati, 30 milioni privati. L’idea al Comune va

28 dicembre 2014
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SASSARI. Un nuovo stadio per rinnovare il mito Torres e proiettarlo nel futuro, partendo proprio dallo stesso luogo dove il mito è nato, le gradinate del vecchio “Acquedotto”, oggi intitolato a Vanni Sanna. È il progetto di restyling dello stadio comunale di Sassari, messo a punto con passione rossoblù dagli architetti sassaresi Marco Tola e Stefano Sechi, e presentato ieri dall’Associazione Memoria storica torresina e dalla Fondazione Sef Torres 1903 che si sono subito innamorate dell’idea.

Il piano prevede un investimento di 30 milioni di euro, e, giurano i progettisti, «è finanziabile, realizzabile e perfettamente integrato nella città».

Secondo il disegno dei due architetti Sechi e Tola, il nuovo stadio dovrebbe sorgere a tappe sulle fondamenta di quello già esistente, e a lavori ultimati diventerebbe un vero e proprio polo attrattivo per l’intera città. Oltre a un anello di gradinate completamento coperte (capienza 12 mila spettatori, ampliabile fino a 15 mila) e alle strutture strettamente sportive come campi di allenamento, palestre, spogliatoi, il piano d’intervento prevede la realizzazione di pub, ristoranti, negozi, il museo Torres e un piazzale Segni del tutto nuovo, con una viabilità studiata ad hoc e un parcheggio sotterraneo al servizio di tutte le strutture che sorgeranno nella cittadella dello sport.

Non solo, il progetto del nuovo stadio strizza l’occhio anche all’ambiente, grazie a due accorgimenti inseriti nel piano: l’impianto fotovoltaico che sarà installato sopra le coperture delle tribune e che renderà lo stadio autosufficiente dal punto di vista energetico; il sistema di riutilizzo delle acque piovane che garantirà un notevole risparmio nei consumi idrici dell’intera struttura.

Per dare corpo al progetto serviranno in tutto 30 milioni di euro, e per arrivare a questa somma i progettisti e le associazioni che hanno sposato l’idea hanno pensato a un percorso ben preciso, al quale però è indispensabile che si uniscano anche investitori privati. L’idea è sfruttare le pieghe della Legge di stabilità 2014 e i mezzi di finanziamento previsti dalla norma per l’ammodernamento di impianti sportivi: il fondo di garanzia dell’Istituto per il credito sportivo; la concessione di un mutuo dell’Ics che coprirebbe fino a un massimo dell’80 per cento dell’intero investimento; l’apporto di capitale da parte del soggetto proponente; forme di partenariato pubblico-privato. Inoltre l’investimento potrebbe essere favorito da un accordo siglato di recente fra Lega Pro e Ics, che ha istituito un plafond di 150 milioni di euro proprio per supportare questo tipo di interventi.

«I lavori sarebbero eseguiti in cinque fasi distinte, in modo da consentire l’utilizzo dello stadio a cantieri aperti e di rendere immediatamente operative e redditizie le strutture via via concluse», hanno spiegato gli architetti. L’ipotesi prevede un primo intervento sulla curva sud con la realizzazione di 2500 posti, palestre e il museo Torres; poi spetterebbe alla curva nord (2500 posti, pub, ristorante, e Torres point); quindi la tribuna est (lato piazzale Segni), che diventerebbe l’ingresso principale dello stadio, con 3500 posti, hospitality, skybox, spogliatoi, campi di allenamento e uffici per la dirigenza; in seguito sarebbe rifatta la tribuna ovest (3500 posti, e foresteria); infine la riorganizzazione di piazzale Segni.

Il progetto piace al Comune, che con l’assessore all’Urbanistica, Alessio Marras, ha dato la sua benedizione («per l’amministrazione sarebbe l’ideale se le strutture sportive di questa importanza fossero gestite dai privati»), e ha l’appoggio della Figc: «La struttura darà spazio anche alle attività dei dilettanti, mi auguro proprio che Sassari possa realizzare questo progetto», ha commentato il presidente del Comitato regionale, Andrea Delpin.

«Sassari, la Torres, la sua storia e i suoi tifosi meritano questo», ha chiosato il presidente dell’Associazione Memoria Storica Torresina, Andrea Sini, «ora spetta alla città farsi avanti e portare a compimento questo progetto».

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