Datome: «Grande cervello e grande passione»
Il capitano della nazionale: «Siamo cresciuti insieme, aveva già una visione ampia del basket»
SASSARI. Hanno giocato insieme, hanno studiato insieme, sono cresciuti insieme. Per tantissimi anni il percorso di Luigi Datome e Riccardo Fois, due tra gli olbiesi di maggior successo a livello mondiale, è stato praticamente identico. «È il mio migliore amico – dice Datome, capitano della nazionale e punto di forza del Fenerbahce –, siamo andati a braccetto sin dai pulcini della Santa Croce. Abbiamo fatto le stesse scuole e per me è davvero una persona speciale».
Com’era lui da giocatore? «Era molto bravo – dice Datome –. Abbiamo fatto insieme l’Europeo Under 16 in Spagna, ha fatto parte del roster della Dinamo, è stato in Continente a giocare. Poi forse ha visto maggiori potenzialità per il futuro nel ruolo di coach. Sono felice che si parli di lui perché ha raggiunto un grande risultato, ma davvero si tratta di una persona che vale e che merita. Ora sta facendo un grande percorso e stanno scrivendo la storia di Gonzaga».
Datome ha anche un anedddoto gustoso: «È sempre stato un ragazzo estremamente intelligente: quando ci allenava Piero Pasini, l’anno in cui abbiamo vinto lo scudetto allievi, lui aveva un atteggiamento, diciamo così, non esemplare: aveva spesso da ridire nei confronti del coach, che non era uno qualunque ma un allenatore con anni di esperienza in serie A. Quindi Pasini si infuriava e gliene diceva di tutti i colori. Poi andava da mio padre e gli diceva: quello che mi fa più incazzare è che ha quasi sempre ragione. Riccardo aveva già questa predisposizione per allenare, vedeva già la pallacanestro in modo diverso rispetto al giocatore».
A.Si.