GIRO D’ITALIA»CONCLUSA L’EDIZIONE NUMERO 101
ROMA. La festa va in onda solo a metà, nel cuore della Roma imperiale. È a pochi metri dal Colosseo che Chris Froome trionfa per la prima volta al Giro d'Italia, immerso nella maestosità della grande...
28 maggio 2018
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ROMA. La festa va in onda solo a metà, nel cuore della Roma imperiale. È a pochi metri dal Colosseo che Chris Froome trionfa per la prima volta al Giro d'Italia, immerso nella maestosità della grande bellezza.
Doveva essere una passerella suggestiva, in quel museo a cielo aperto che è il centro della Capitale del mondo, si è trasformata nella salita più dura sul piano dell'immagine, come nemmeno il Colle delle Finestre, lo sterrato dove si è decisa la corsa rosa. Lo show è stato offuscato dal grottesco, che ha cominciato a pedalare assieme ai 149 superstiti di una scorribanda di tre settimane, partita da Israele e conclusa nell'altra città eterna. Ma tutti avevano immaginato un finale diverso. Invece, dopo pochi chilometri, i corridori hanno cominciato a parlare fra loro, quindi con i giudici di gara, rappresentati da Rossella Bonfanti.
Vari conciliaboli con Elia Viviani («quello che vogliamo è che l'ultimo giorno di corsa il tempo sia neutralizzato, perché non si può perdere un giro all'ultima tappa. Effettivamente serviva un pò più di sicurezza»), favorito nello sprint, quindi fra il veneto in maglia ciclamino e Chris Froome, la maglia rosa. Motivo del contendere le condizioni del manto stradale, che ha preoccupato i corridori al punto da costringerli a chiedere la neutralizzazione dei tempi. Detto, fatto. La corsa, sul piano dei riscontri cronometrici, si ferma al terzo passaggio e alla fine l'irlandese Sam Bennett ha brucia allo sprint Elia Viviani, vincendo la 21ª e ultima tappa. La frazione di fatto è stata accorciata dai giudici di circa 80 chilometri su richiesta dei corridori, e i tempi ufficiali sono stati registrati dopo il terzo dei 10 passaggi previsti sotto il traguardo dei Fori Imperiali.
La figuraccia è servita in un afoso pomeriggio di fine maggio. «Buche e sampietrini? Sì, ma quello di oggi è un giorno di festa. C'è chi vuole far credere che si sia interrotta la corsa, quando invece i corridori hanno completato tutti i giri. Spiace il tentativo di trasformare tutto in una continua polemica. Resta un momento di sport ad altissimo livello», minimizza la sindaca Virginia Raggi, che punta l'indice contro chi strumentalizza la vicenda. Che, per la direzione del Giro, resta «un fatto sportivo». «Il Giro - fa notare la direzione di corsa - ha avuto 20 giorni per dichiarare il vincitore finale. Abbiamo scelto Roma e il suo percorso, perché voleva essere e vuole essere la passerella di un grande Giro: riteniamo che questa scelta valorizzi l'edizione 101».
Doveva essere una passerella suggestiva, in quel museo a cielo aperto che è il centro della Capitale del mondo, si è trasformata nella salita più dura sul piano dell'immagine, come nemmeno il Colle delle Finestre, lo sterrato dove si è decisa la corsa rosa. Lo show è stato offuscato dal grottesco, che ha cominciato a pedalare assieme ai 149 superstiti di una scorribanda di tre settimane, partita da Israele e conclusa nell'altra città eterna. Ma tutti avevano immaginato un finale diverso. Invece, dopo pochi chilometri, i corridori hanno cominciato a parlare fra loro, quindi con i giudici di gara, rappresentati da Rossella Bonfanti.
Vari conciliaboli con Elia Viviani («quello che vogliamo è che l'ultimo giorno di corsa il tempo sia neutralizzato, perché non si può perdere un giro all'ultima tappa. Effettivamente serviva un pò più di sicurezza»), favorito nello sprint, quindi fra il veneto in maglia ciclamino e Chris Froome, la maglia rosa. Motivo del contendere le condizioni del manto stradale, che ha preoccupato i corridori al punto da costringerli a chiedere la neutralizzazione dei tempi. Detto, fatto. La corsa, sul piano dei riscontri cronometrici, si ferma al terzo passaggio e alla fine l'irlandese Sam Bennett ha brucia allo sprint Elia Viviani, vincendo la 21ª e ultima tappa. La frazione di fatto è stata accorciata dai giudici di circa 80 chilometri su richiesta dei corridori, e i tempi ufficiali sono stati registrati dopo il terzo dei 10 passaggi previsti sotto il traguardo dei Fori Imperiali.
La figuraccia è servita in un afoso pomeriggio di fine maggio. «Buche e sampietrini? Sì, ma quello di oggi è un giorno di festa. C'è chi vuole far credere che si sia interrotta la corsa, quando invece i corridori hanno completato tutti i giri. Spiace il tentativo di trasformare tutto in una continua polemica. Resta un momento di sport ad altissimo livello», minimizza la sindaca Virginia Raggi, che punta l'indice contro chi strumentalizza la vicenda. Che, per la direzione del Giro, resta «un fatto sportivo». «Il Giro - fa notare la direzione di corsa - ha avuto 20 giorni per dichiarare il vincitore finale. Abbiamo scelto Roma e il suo percorso, perché voleva essere e vuole essere la passerella di un grande Giro: riteniamo che questa scelta valorizzi l'edizione 101».