La Svizzera vince la sfida più politica
Contro la Serbia le rivendicazioni dei kosovari, l’Uefa potrebbe intervenire
23 giugno 2018
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SERBIA1
SVIZZERA2
SERBIA (4-2-3-1): Stojkovic; Ivanovic, Milenkovic, Tosic, Kolarov; Matic, Milivojevic (35' st Radonjic); Tadic, Milinkovic-Savic, Kostic (19' st Ljajic); Mitrovic. All.: Krstajic.
SVIZZERA (4-2-3-1): Sommer; Lichtsteiner, Schar, Akanji, Rodriguez; Behrami, Xhaka; Shaqiri, Dzemaili (18' st Embolo), Zuber (47' st Drmic); Seferovic (1' st Gavranovic). All.: Petkovic.
ARBITRO: Brych (Germania).
RETI: pt 5' Mitrovic; st 7' Xhaka, 45' Shaqiri.
KALILINGRAD
Quella di ieri fra Serbia e Svizzera non era solo una partita del Mondiale, ma anche un derby molto particolare. Era la sfida dei kosovari di Svizzera, Behrami, Xhaka e Shaqiri contro la Serbia, e il fatto che la squadra rossocrociata abbia vinto con reti di due di questi giocatori (Xhaka e l'ex interista Shaqiri) assume un significato diverso dal solito.
La loro gioia è andata al di là di quella normale per un gol. Lo hanno dimostrato, in uno stadio pieno di tifosi serbi, facendo entrambi un gesto, le braccia incrociate sul petto e le mani aperte a voler simboleggiare un'aquila: una provocazione, per i supporter avversari per i quali il più nobile dei volatili è il simbolo della grande Serbia.
Il padre di Xhaka, ovvero del giocatore che ha segnato il primo gol elvetico, è stato detenuto sei anni per motivi politici. Il centrocampista della squadra del ct Vlado Petkovic, bosniaco e quindi anche lui con certe sensazioni addosso, non ce l'ha fatta a trattenersi. Shaqiri è invece quello che, alla vigilia, aveva postato su Instagram una foto dei suoi scarpini sui quali aveva fatto stampare una bandiera del Kosovo, facendo imbufalire i media serbi. La risposta sul campo l'ha data al 90', finalizzando al meglio, leggi il punto del 2-1, una ripartenza. Per celebrare la quale, dopo il gesto dell'aquila, si è tolto la maglietta e ha gonfiato i muscoli 'alla Balotellì. La Serbia era andata in vantaggio al 5' con uno splendido colpo di testa di Mitrovic, al quale era stato negato un chiaro rigore: gli arbitri al Var non hanno ritenuto di dover intervenire. Ma a parte tutto questo e il fatto che, Costarica a parte, tutto rimane aperto nel girone E, questo di ieri a Kaliningrad non è stato solo calcio: certe ferite sono ancora aperte, e non rimane che vedere se la Fifa riterrà di dover intervenire.
SVIZZERA2
SERBIA (4-2-3-1): Stojkovic; Ivanovic, Milenkovic, Tosic, Kolarov; Matic, Milivojevic (35' st Radonjic); Tadic, Milinkovic-Savic, Kostic (19' st Ljajic); Mitrovic. All.: Krstajic.
SVIZZERA (4-2-3-1): Sommer; Lichtsteiner, Schar, Akanji, Rodriguez; Behrami, Xhaka; Shaqiri, Dzemaili (18' st Embolo), Zuber (47' st Drmic); Seferovic (1' st Gavranovic). All.: Petkovic.
ARBITRO: Brych (Germania).
RETI: pt 5' Mitrovic; st 7' Xhaka, 45' Shaqiri.
KALILINGRAD
Quella di ieri fra Serbia e Svizzera non era solo una partita del Mondiale, ma anche un derby molto particolare. Era la sfida dei kosovari di Svizzera, Behrami, Xhaka e Shaqiri contro la Serbia, e il fatto che la squadra rossocrociata abbia vinto con reti di due di questi giocatori (Xhaka e l'ex interista Shaqiri) assume un significato diverso dal solito.
La loro gioia è andata al di là di quella normale per un gol. Lo hanno dimostrato, in uno stadio pieno di tifosi serbi, facendo entrambi un gesto, le braccia incrociate sul petto e le mani aperte a voler simboleggiare un'aquila: una provocazione, per i supporter avversari per i quali il più nobile dei volatili è il simbolo della grande Serbia.
Il padre di Xhaka, ovvero del giocatore che ha segnato il primo gol elvetico, è stato detenuto sei anni per motivi politici. Il centrocampista della squadra del ct Vlado Petkovic, bosniaco e quindi anche lui con certe sensazioni addosso, non ce l'ha fatta a trattenersi. Shaqiri è invece quello che, alla vigilia, aveva postato su Instagram una foto dei suoi scarpini sui quali aveva fatto stampare una bandiera del Kosovo, facendo imbufalire i media serbi. La risposta sul campo l'ha data al 90', finalizzando al meglio, leggi il punto del 2-1, una ripartenza. Per celebrare la quale, dopo il gesto dell'aquila, si è tolto la maglietta e ha gonfiato i muscoli 'alla Balotellì. La Serbia era andata in vantaggio al 5' con uno splendido colpo di testa di Mitrovic, al quale era stato negato un chiaro rigore: gli arbitri al Var non hanno ritenuto di dover intervenire. Ma a parte tutto questo e il fatto che, Costarica a parte, tutto rimane aperto nel girone E, questo di ieri a Kaliningrad non è stato solo calcio: certe ferite sono ancora aperte, e non rimane che vedere se la Fifa riterrà di dover intervenire.