Arzana in eccellenza
Jameh Lamin: «Resto all’Idolo e voglio il 45 di Mario Balotelli»
ARZANA. L'Idolo nella storia. La squadra di Arzana si affaccia ufficialmente nel paradiso del calcio dilettantistico isolano. Dopo aver dominato in lungo e in largo il girone A di Promozione...
29 giugno 2020
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ARZANA. L'Idolo nella storia. La squadra di Arzana si affaccia ufficialmente nel paradiso del calcio dilettantistico isolano. Dopo aver dominato in lungo e in largo il girone A di Promozione concludendo anzitempo la stagione con otto lunghezze di vantaggio sul Sant'Elena secondo in classifica, gli ogliastrini di mister Masia potranno finalmente cimentarsi nella nuova avventura in Eccellenza. La dirigenza è euforica e comincia a pianificare il futuro. Il giovane tecnico Masia sarà confermato, così come il nucleo della squadra che ha regalato tante emozioni ai tifosi. Sono tanti i giocatori che fremono per regalare all'Idolo sensazioni da ricordare. Jammeh Lamin è uno dei punti di forza dello scacchiere di Masia. Con il suo talento e tanti guizzi vincenti ha contribuito a proiettare l'Idolo tra i grandi: «Vogliamo fare la differenza anche in Eccellenza - avverte Lamin - siamo una bellissima squadra, molto giovane e piena di entusiasmo. Anche il nostro allenatore è un grande. Abbiamo tutti i mezzi per dire la nostra anche nella nuova realtà. Ho ricevuto offerte per cambiare maglia, si sono fatte avanti due società lombarde e una della Sardegna. Niente da fare, ho detto di no, rimarrò nell'Idolo perché è qui che scriverò pagine importanti della mia storia calcistica. La prossima stagione chiederò di indossare la maglia numero 45 come Mario Balotelli, il mio grande idolo insieme a Sadio Manè. Sogno di ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera, come l'esaltante doppietta negli Europei del 2012 contro la Germania».
Lamin è ambizioso e sa bene che la sua carriera è vicina ad un altro crocevia importante: «La serie D è sempre nel mirino».
Matteo Cabras
Lamin è ambizioso e sa bene che la sua carriera è vicina ad un altro crocevia importante: «La serie D è sempre nel mirino».
Matteo Cabras