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Francesco, il 18enne oristanese re degli scacchi: «Adoro le mosse vincenti»

di Gianna Zazzara
Francesco, il 18enne oristanese re degli scacchi: «Adoro le mosse vincenti»

Studente universitario, ha vinto gli Europei online under 18. «Gioco per diventare Grande Maestro, ma la pandemia ha bloccato tutto»

18 dicembre 2020
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SASSARI. Il nostro “Re degli scacchi” si chiama Francesco Sonis, ha 18 anni (compiuti ad aprile), è di Oristano ed è iscritto al primo anno di Matematica, a Cagliari. Ha alle spalle una collezione incredibile di mosse vincenti: campione nazionale a 14 anni, a 15 primo sardo a diventare Maestro Internazionale, a 16 campione europeo, a Riga. La settimana scorsa ha conquistato il titolo europeo online under 18 e da domani disputerà la finale mondiale.

Ha visto la serie “La regina degli scacchi”? Le partite duravano all’infinito.
«Non è più così per fortuna, ora le partite durano un’ora e 30 minuti a testa più 30 secondi per ciascuna mossa anche se una volta una mia partita è durata quasi 6 ore. Prima invece si andava avanti all’infinito e per questo si metteva la mossa in una busta, come fa Beth nella serie, e si continuava il giorno dopo. Comunque la fiction è fatta bene, fa capire com’è la vita di un giocatore, alcol e pillole a parte. Gli scacchi sono uno sport e le regole sono ferree».

E com’è la vita da scacchista?
«Si studia tanto. Almeno due, tre ore al giorno. Leggo molti libri, analizzo le mosse migliori, guardo altre partite e mi confronto con l’allenatore... e poi ora c’è l’università, matematica. Sono molto impegnato e a volte spiegarlo agli amici è complicato».

Ogni partita è una prova mentale ma anche di resistenza fisica.
«È vero, purtroppo in questo periodo non mi alleno come vorrei. Ma ho sempre fatto tanto sport, quando sono libero seguo con piacere la Dinamo. Adoro il basket ed ero anche bravino».

Come ha scoperto gli scacchi?
«Un regalo dei miei genitori a 9 anni, mi sono subito incuriosito. In famiglia non erano giocatori (mamma casalinga e papà avvocato, ndr), quindi mamma mi ha iscritto al circolo di Oristano. Qui ho incontrato il maestro Giovanni Manai che mi ha trasmesso la passione per fanti, re e regine. Poi quando ho deciso di fare sul serio sono passato allo storico Red Tal di Marrubiu».

Ha appena vinto il campionato continentale europeo online under 18 e sabato disputerà la finale mondiale, sempre online. Quanto è diverso giocare con un pc?
«Purtroppo la pandemia ha fatto crescere il numero dei tornei online. Giocare a distanza è molto diverso, gli scacchi sono anche uno scambio emotivo. Dal pc non senti la tensione dell’avversario. E poi è facile imbrogliare».

Imbrogliare?
«Certo, ci sono app o programmi in grado di calcolare mosse perfette in qualsiasi situazione. Per questo nei match più importanti i giocatori devono accettare di essere ripresi da più telecamere ed essere disponibili a collegamenti Zoom per provare che non stanno usando computer né telefonini. E se un giocatore guarda troppo in giro e non nella zona della scacchiera può scattare la squalifica. Spero che tutto questo finisca presto, non vedo l’ora di guardare in faccia il mio avversario».

Maestro Internazionale a 16 anni, a quando Grande Maestro?
«È un percorso lungo e difficile. Bisogna affrontare tre “norme” (tornei, ndr) da 9 partite con almeno tre grandi maestri. A gennaio ho ottenuto la mia prima prima norma di grande maestro, poi la pandemia ha bloccato tutto. Devo fare ancora tantissima strada».

Cosa le hanno insegnato gli scacchi?
«Ti abituano alla logica, che torna utile anche in altri campi. E ti insegnano ad assumerti le tue responsabilità, il risultato dipende sempre dalle tue scelte».

Il suo futuro è negli scacchi?
«Non so se diventerà il mio lavoro, è molto stressante. Mi piacerebbe molto fare il ricercatore, una volta laureato. In ogni caso gli scacchi resteranno sempre i miei compagni più fedeli. Mi hanno insegnato a vivere».

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