Ranieri: «A Salerno partita durissima ma non è uno spareggio»
Il tecnico festeggia i 72 anni e annuncia che Lapadula è quasi pronto al rientro
Cagliari Ranieri oggi festeggia 72 anni e quando in conferenza stampa gli viene chiesto che regalo ha chiesto si suoi calciatori che domenica giocheranno contro la Salernitana lui risponde seraficamente. «Non ho chiesto niente, sta al loro buon cuore. Intanto devo dire che mi hanno fatto piacere i numerosi auguri che sono arrivati da più parti. È un ambiente così ci spinge davvero a dare il massimo».
Intanto c’è la sfida dell’Arechi, quasi uno spareggio per cercare di risalire la classifica che ora vede il Cagliari all’ultimo posto. «Non parlerei di spareggio visto che siamo alla nona giornata - sottolinea lui -, anche perché sono convinto che dovremo giocarci la salvezza sino alla fine del campionato. Mi conforta il fatto che i ragazzi non mollano e si allenano con convinzione e determinazione. È la strada giusta per raggiungere l’obbiettivo».
Che Salernitana sarà? «Tocca a noi scoprirlo visto che hanno cambiato l’allenatore e ora c’è Pippo Inzaghi - ricorda Ranieri -. Dunque moduli, formazioni, sistema di gioco per ora possiamo solo immaginarli».
Intanto dalla infermeria del Cagliari arrivano buone notizie. A cominciare da Gianluca Lapadula che sinora non è stato possibile utilizzare . «Per la prima volta ha fatto un allenamento intero con noi. Lui scalpita e penso che voglia venire nel gruppo a Salerno. Chiaramente non potrà giocare ancora, ma intanto è importante che si riaffacci con noi». Non solo Lapadula però. «Luvumbo sta bene ed è convocabile. Bene anche Mancosu che continua ad allenarsi proficuamente. Direi tutti i nazionali, anche Hatzidiakos che però stavolta non potrà giocare perché deve recuperare completamente dall’infortunio. In porta confermo Scuffet». Petagna? «Anche lui sta lavorando sodo e devo davvero lodarlo per l”impegno».
Nandez ha giocato terzino nell’Uruguay contro il Brasile. «Sì ho visto. Per noi è un’opzione in più, anche se va detto che noi non siamo l’Uruguay è che quando sbaglia in nazionale c’è chi lo compra, da noi il soccorso sarebbe più difficile».