La Nuova Sardegna

Sport

Serie C

Riccardo Idda: «La Torres non è abbattuta, ripartiamo con decisione»

di Andrea Sini
Riccardo Idda: «La Torres non è abbattuta, ripartiamo con decisione»

Il difensore rossoblù: «Sappiamo come stiamo lavorando, guardiamo avanti a testa alta»

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari «Non dobbiamo sottovalutare il momento ma neanche abbatterci: sappiamo come stiamo lavorando e quanto valiamo. Mettiamoci ancora più impegno e questa fase negativa passerà». Riccardo Idda alza la testa e pensa positivo: il difensore della Torres parla del momento complicato della squadra rossoblù e, dall’alto delle quasi 600 gare disputate in carriera (quasi 100 in serie B, oltre 350 in C, 150 tra i Dilettanti), cerca di guardare più in là di un avvio di stagione certamente deludente. Sabato, in tanto, alle 14,30 arriva la Sambenedettese. Sette gare, 4 punti, 3 sconfitte di fila.

Come definirebbe il momento della Torres? È già una crisi?

«È una via di mezzo tra una partenza lenta e un periodo no. Sappiamo bene come sono andate queste partite, siamo in grado di riconoscere gli errori e gli episodi che semplicemente non ci hanno girato bene». Com’è il vostro stato d’animo? «Il fatto di non riuscire a venirne fuori ci crea disagio, stiamo un buon lavoro in settimana e il fatto di non avere una gratificazione dalla partita ci rode dentro. Ma non siamo abbattuti, siamo un gruppo che pensa positivo, stiamo cercando di viverla nella maniera giusta».

E qual è la maniera giusta?

«Lavorare, correggere gli errori, non incupirci, non pensare agli episodi sfavorevoli. Guardare avanti, insomma».

Di certo dopo due stagioni vissute sempre nei primi tre posti della classifica fa strano vedere la Torres al terz’ultimo posto.

«I primi ai quale la cosa da fastidio siamo noi. Sappiamo di essere una squadra forte, che vale molto di più di questa classifica. Abbiamo giocatori forti e di prospettiva, elementi importanti per la categoria. Abbiamo cambiato tanto, a partire dalla guida tecnica, sapevamo che sarebbe servito un po’ di tempo ma alla luce di quanto sta accadendo significa che dovremo impegnarci ancora di più per uscirne».

Da difensore come spiega i blackout sulle palle da fermo?

«Abbiamo commesso diversi errori, e su questo bisogna assolutamente migliorare. Anche la buona sorte c’entra, ma dobbiamo essere noi a portarla dalla nostra parte. Sinora siamo stati puniti sistematicamente al primo errore, magari ci saranno momenti della stagione durante i quali non prenderemo gol per 50 angoli di fila. Ma questo dipenderà da noi e da come lavoreremo».

Lei fa parte della vecchia guardia, quella che ha vissuto due stagioni sulla cresta dell’onda e poi ha sbattuto malamente il muso sull’Atalanta. Avete uno spirito di rivalsa particolare?

«Abbiamo dentro la rabbia di chi sa bene che dopo due grandi stagioni alla fine verrà ricordato per quella debacle. Non è una scimmia che ci portiamo in campo, ma ognuno di noi a livello personale ha voglia di riscattare quella giornata nera».

Anche il pubblico in questa fase è decisamente tiepido: c’è da riconquistare la piazza.

«Il pubblico lo si conquista con i risultati e con la maglia sudata. La fiammella dell’entusiasmo dobbiamo accenderla noi, facendo in modo di coinvolgere la tifoseria e “spingerla” a darci una carica ulteriore. Sono due aspetti che si alimentano a vicenda e noi dobbiamo fare la nostra parte».

Alla sua quinta stagione con la Torres, con la quale ha già vinto due campionati, quanto sente sua questa maglia?

«L’ho sentita mia anche nelle prime esperienze qui, ormai 13-14 anni fa. Sono felice di essere tornato nel 2023, era un discorso che era rimasto insospeso. Da quest’anno ho un ruolo nuovo, lavoro ogni giorno per mettere in difficoltà il mister e spero di continuare a indossare a lungo questa maglia. In questi anni è stato creato qualcosa di importante, Sassari merita una squadra nel professionismo, che piano piano possa avvicinarsi a quell’obiettivo che non è mai stato raggiunto. Ora però usciamo da questo momento no».

Primo piano
L’omicidio di Palau

Cinzia Pinna uccisa da Emanuele Ragnedda, l'autopsia: dai primi riscontri nessuna traccia di violenza sessuale

Le nostre iniziative