La Nuova Sardegna

LA BIOGRAFIA 

La guerra di Michele Papandrea

di Luciano Piras
La guerra di Michele Papandrea

Una generazione nuorese nel racconto storico di Marina Moncelsi

15 novembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Attraverso un lavoro di scavo archivistico paziente e lucido, Marina Moncelsi ci restituisce il profilo biografico delle vittime a partire dalla figura di caduto di maggior spicco nel contingente nuorese partito per il fronte, quel Michele Papandrea, sindaco della città al momento dell’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale, partito volontario nonostante i suoi trascorsi di socialista umanitario e di pacifista e ucciso nella battaglia dei Tre Monti nel gennaio del 1918». È il professore di Storia contemporanea dell’università di Bologna Alberto De Bernardi a firmare la prefazione al nuovo libro di Marina Moncelsi, “Michele e gli altri. Un sindaco tra i caduti nuoresi della Grande guerra”, appena uscito per i tipi della Aipsa edizioni (questo pomeriggio alle 17,30 la presentazione alla Camera di commercio di Nuoro nell’ambito del ciclo “1914-1918 Sa gherra manna” dell’Istasac e del Comune di Nuoro).

Presidente dell’Istasac, Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna centrale, e già autrice di diversi saggi (tra cui una biografia dedicata all’antifascista nuorese “Diddinu Chironi”, edita da Il Maestrale), Marina Moncelsi stavolta ricostruisce la vicenda umana dei 122 soldati nuoresi caduti nella prima guerra mondiale, da Antonio Arzesi (di Giuseppe e di Turusi Costanza), morto e sepolto a Visco, in provincia di Udine, a Giovanni Battista Zoppi (di Cesare e di Secchi Antonietta), scomparso il 17 marzo 1918 nell’affondamento del piroscafo “Tripoli”. Tra questi due estremi della stessa lista di caduti in guerra, c’è un nome che emerge su tutti gli altri: Michele Papandrea. Cognome calabrese, perché calabrese era il padre Giuseppe, guardia carceraria. La madre, invece, era siciliana di Nicosia, donna Litterina Livolsi. I due ebbero nove figli. Michele nacque a Nuoro il 15 settembre 1881. «Monarchico non son né radicale / né socialista rivoluzionario, / repubblican neppure, a me ben cale / soltanto aver concetto umanitario» scrisse in un poemetto, “Il militar sistema”. «Però al partito nero o al clericale / nemico della patria son contrario /. Non concepisco invero l’anarchia / né so che voglia dir massoneria». «Un antimilitarista, dunque» sottolinea Marina Moncelsi. Eppure, eletto sindaco di Nuoro nell’estate 1914, Michele Papandrea (amico, oltre che di Attilio Deffenu, e quasi dirimpettaio del poeta Sebastiano Satta) decise di partire comunque volontario al fronte, il 10 luglio 1915. Dispensato in quanto primo cittadino, cosa lo indusse a indossare la divisa della Brigata Sassari e a diventare suo malgrado un eroe? «Il senso del dovere, la coscienza di dover stare con i suoi» risponde Moncelsi. Che inquadra il percorso personale del sindaco Papandrea nella Barbagia del 1905-1913, per poi addentrarsi nella primavera del 1915. Un capitolo del libro è interamente dedicato alla coscrizione, con la chiamata alle armi di tutti gli italiani maschi nati nel 1892 e 1893, per finire poi con le classi 1889-1890.

In Primo Piano
Trasporti

Aeroitalia, voli in overbooking: è polemica su call center e check-in online

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative