La Nuova Sardegna

Al Festival di Roma l’esordio di Piredda nel lungometraggio

di Fabio Canessa

Anteprima de “L’Agnello” in concorso ad “Alice nelle città” Dolore e silenzi sullo sfondo di una base militare sarda

03 ottobre 2019
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SASSARI. Dopo diversi cortometraggi molto apprezzati, tra i quali “A casa mia” vincitore del David di Donatello nel 2017, per Mario Piredda è arrivato il momento dell’opera prima. Lo scorso inverno ha girato il suo lungometraggio d’esordio, intitolato “L’Agnello”, che avrà l’anteprima assoluta in concorso ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma in programma dal 17 al 27 ottobre.

Come riportato nella sinossi il film ruota intorno alla diciassettenne Anita che vive da sola con il padre Jacopo, malato di leucemia e bisognoso di un trapianto. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono troppo lunghi rispetto al progredire della malattia e anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino, un vecchio pastore che vive sull’altopiano. Jacopo ha un solo fratello, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’isola.

I due non si parlano da anni a causa di un feroce litigio che non sembrano intenzionati a dimenticare. Con l’aiuto del nonno, ad Anita non resta che presentarsi a casa dello zio, determinata a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre.

A interpretare la protagonista è Nora Stassi, affiancata da Luciano Curreli, Piero Marcialis e Michele Atzori. Le riprese si sono svolte nel Supramonte di Urzulei, a Cagliari, Siliqua e Marina di Tertenia. A produrre il film del regista di Badesi la bolognese Articolture con Mat Productions, Rai Cinema, il contributo della Regione e il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission e della Cineteca Sarda.

«Sono partito con l’idea di girare un film di pseudo-finzione – sottolinea il regista Mario Piredda nelle note di regia – raccontando le traversie di un padre e di una figlia che vivono vicino a un’ipotetica base militare in Sardegna. Ma “L’Agnello” resta per me un film ambientato in un territorio e non su un territorio, con al centro un dramma famigliare universale che potrebbe essere raccontato in qualunque parte del mondo».

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