La Nuova Sardegna

Grandi personaggi sardi, il libro su Sebastiano Satta

Grandi personaggi sardi, il libro su Sebastiano Satta

In edicola da venerdì 3 gennaio il dodicesimo volume della collana “Storia di Sardegna” che la Nuova propone ai suoi lettori

31 dicembre 2019
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È dedicato a Sebastiano Satta il dodicesimo volume dei “Grandi personaggi”, la serie della collana “Storia di Sardegna” che la Nuova propone ai suoi lettori. Il libro sarà in edicola – a 8,60 euro oltre il prezzo del giornale – da venerdì prossimo 3 gennaio.


Sebastiano Satta nacque a Nuoro nel 1867 ed è considerato unanimemente uno dei più grandi poeti sardi di tutti i tempi. Nel 1883 Satta si trasferì a Sassari per frequentare il Liceo Azuni, dove conseguì la maturità classica nel 1887. All’Azuni risulterà decisivo, per la futura formazione poetica di Satta, Giovanni Marradi, suo insegnante di italiano e poeta di forte impronta carducciana.

A Bologna, dove Sebastiano Satta prestò il servizio militare, ebbe modo di approfondire l’opera poetica di Giosuè Carducci. Sempre a Sassari Satta si iscrisse prima alla facoltà di Farmacia e in seguito in quella di Giurisprudenza nel 1890. Nella professione forense di distinse per l’eloquenza elegante per le profonde competenze.

Non solo avvocato, Sebastiano Satta si dedicò anche al giornalismo, collaborando a diverse riviste locali edite a Sassari, come Nella terra dei nuraghes, Burchiello, Caprera e Sardegna letteraria. Fondò e diresse il quotidiano L’Isola, che continuerà le pubblicazioni fino al 1894. Sul giornale firmò i capicronaca con lo pseudonimo di “Povero Jorick”. Chiusa l’avventura con L’Isola passò alla già molto diffusa Nuova Sardegna. Il poeta nuorese scrisse apprezzatissime poesie in lingua sarda e italiana. Sono particolarmente importanti i “Versi ribelli”, raccolta di poesie con la quale esordisce nel 1893. L’ode “Primo maggio” è del 1896; i “Canti barbaricini” del 1910. I “Canti del Salto e della Tanca” vengono pubblicati postumi nel 1924.

Sebastiano Satta amò profondamente Nuoro e la Barbagia, nella natura bellissima ma anche negli aspetti più foschi. Impegnato su tematiche sociali, il poeta visse anche l’impegno politico – come consigliere comunale dal 1900 al 1903 – di ispirazione socialista e liberale.

Il poeta nuorese ebbe sempre sentimenti di simpatia e rispetto per la folta schiera di banditi che vivevano alla macchia. Uomini liberi e selvaggi, con le loro gesta fuorilegge manifestavano una ribellione barbarica e indomita a un ordine sociale ingiusto, mettendo in luce tutta la tragedia della sfortunata Sardegna, immortalata come madre-prefica: «madre in bende nere che sta grande e fiera in un pensier di morte».

Colpito da paralisi Sebastiano Satta visse gli ultimi sei anni in dolorosa immobilità, morendo a Nuoro, nel 1914, a soli 47 anni.
 

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