La Nuova Sardegna

Cagliari

L’ex sindaco di Guamaggiore assassinato per quattro filari di vigna

L’ex sindaco di Guamaggiore assassinato per quattro filari di vigna

L’omicida non sopportava che «un semplice ragioniere» gli avesse sottratto il terreno

20 dicembre 2013
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CAGLIARI. Antonio Pusceddu, l’ex sindaco assassinato ieri nelle campagne di Guamaggiore, è stato ucciso per quattro filari di vigna in un podere di neanche 500 metri quadri. Lo hanno spiegato i carabinieri nella conferenza stampa tenuta questa mattina.

Salvatore Caria non sopportava che un «semplice ragioniere» fosse riuscito a sottrargli, peraltro in seguito a una regolare perizia legale, quell’appezzamento di terra che lui aveva lavorato per anni. E così ieri, attorno alle 10 del mattino, ossessionato da quella che per lui era un’insopportabile ingiustizia, dopo aver visto nel vigneto conteso accanto alla sua proprietà Antonino Pusceddu, ex sindaco del paese del 1985 al 1990, è andato a casa, ha preso e caricato il fucile da caccia con tre proiettili a palla, è tornato in campagna e ha sparato all’odiato vicino

La vittima ha tentato invano di ripararsi dietro l’auto ma due colpi, uno al petto e l’altro al capo, lo hanno raggiunto. Un terzo proiettile ha mandato in frantumi un finestrino dell’auto.

I carabinieri, che hanno ricostruito le fasi dell’omicidio, sono intervenuti sul posto avvertiti dal cognato della vittima che aveva trovato il cadavere riverso nel terreno nella località «Su Paradisu», a circa un chilometro dal centro abitato.

I sospetti si sono rivolti subito su Caria, che non aveva mai nascosto il suo astio nei confronti del rivale. L’uomo è stato bloccato mentre rientrava a casa. Nella sua abitazione i militari della compagnia di Sanluri e del nucleo operativo del comando provinciale di Cagliari hanno trovato il fucile appena utilizzato, regolarmente detenuto, oltre a cartucce calibro 12 uguali ai bossoli trovati sul luogo del delitto.

Nelle fasi concitate dell’arresto, il presunto killer ha ammesso il delitto non nascondendo il suo odio per la vittima ma, trasferito nella caserma dei carabinieri di Guasila, tutelato dal suo avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato.

È stato accertata la presenza di polvere da sparo sui suoi vestiti e quindi che aveva sparato con un’arma da fuoco poco prima. Circostanza peraltro non negata dall’arrestato. Caria, agricoltore incensurato, ora si trova in carcere a Buoncammino con l’accusa di omicidio volontario.

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