Via Ghibli, nominati due nuovi periti per chiarire la dinamica della morte dei due coniugi
Luigi Gulisano e Marisa Dessy erano stati trovati senza vita nel loro appartamento a Cagliari
Cagliari Saranno due periti super partes a svelare i misteri del giallo di via Ghibli e dire come e quando sono morti i coniugi Luigi Gulisano e Marisa Dessy, di 79 e 82 anni, trovati senza vita nella mattina del 5 dicembre scorso nel loro appartamento. A fare la scoperta era stato il figlio Claudio, 44 anni, che poi è finito in carcere a Uta con la pesante accusa di essere stato lui a uccidere per motivi economici i genitori. Questa mattina 18 giugno il gip Ermengarda Ferrarese ha conferito l’incarico di nuovi accertamenti peritali sulle due morti al medico legale Rita Celli e al chimico Claudio Madana, entrambi dell’Università di Torino, che si sono presi 60 giorni per presentare al gip l’esito dei loro accertamenti.
Già ieri pomeriggio la dottoressa Celli, accompagnata dagli avvocati di parte Luigi Sanna (che difende l’indagato) e Gianluca Aste (legale dell’altro figlio della coppia uccisa, Davide, costituitosi parte civile), entrambi con i rispettivi consulenti, e dal comandante del Ris di Cagliari, è stata nell’appartamento al terzo piano di via Ghibli 5, teatro di un giallo ancora insoluto nonostante in carcere ci sia il presunto assassino. La professionista si è voluta rendere conto dello scenario di morte, illustrato nei particolari dagli investigatori del Ris. Il gip Ferrarese ha anche fissato l’incidente probatorio fra le parti per il prossimo 11 settembre, dopo che i due periti terzi da lei nominati presenteranno il risultato dei loro accertamenti.
I due esperti dovranno stabilire con dovuta certezza le cause della morte dei coniugi Gulisano e l’arco temporale del decesso, finora indicato fra il 4 e il 5 dicembre scorso dal medico legale Roberto Demontis, incaricato dell’autopsia dal pubblico ministero Rossana Allieri. Dall’esito dell’esame autoptico, era emerso che la coppia, trovata distesa sul pavimento, era morta per avvelenamento da nitrito di sodio, le cui tracce erano state rilevate nell’apparato digerente dei due coniugi. Adesso, con l’incarico del gip, si ferma tutto. L’avvocato Sanna, difensore dell’indagato, in carcere dal 30 dicembre, aveva chiesto già l’incidente probatorio quando ha verificato che le accuse nei confronti del suo assistito presentavano alcune debolezze.