La Nuova Sardegna

Morto monsignor Cogoni, vescovo umile

Gianluigi Sulas

Originario di Quartu Sant’Elena Per 22 anni ha guidato la diocesi. Il ricordo dei rappresentanti della Chiesa locale che gli sono stati vicini per tanto tempo

13 settembre 2007
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IGLESIAS. La chiesa sarda piange la morte di monsignor Giovanni Cogoni, vescovo emerito della diocesi di Iglesias. Molto malato, è morto all’alba di ieri. Il pastore era nato a Quartu Sant’Elena il diciannove giugno del 1916, mentre l’ordinazione sacerdotale è datata 29 giugno 1940. Il sette settembre del 1970 era stato eletto vescovo, per poi ricevere l’ordinazione episcopale il diciotto ottobre dello stesso anno. Allora aveva iniziato il suo servizio nella chiesa particolare di Iglesias, da lui guidata sino al 1992, per ventidue anni consecutivi, quando gli è subentrato monsignor Arrigo Miglio.

 All’età ormai avanzata, negli ultimi anni si erano aggiunti dei problemi di salute dovuti a ripetute cadute traumatiche: dopo i ricoveri nei presidi ospedalieri iglesienti, era stato ad Oristano, per una terapia riabilitativa e, in ultimo, degente al Brozu di Cagliari, dove è deceduto. La scomparsa dell’alto prelato ha destato tanta commozione soprattutto negli ambienti ecclesiali del territorio iglesiente, dove monsignor Cogoni aveva esercitato il proprio ministero episcopale per ben ventidue anni. Ma l’esperienza di monsignor Cogoni nella terra sulcitana non si è interrotta con il sopraggiungere del pensionamento, in quanto, cessata l’attività da titolare dell’episcopio, scelse di risiedere sempre nel seminario vescovile, ambiente quindi a lui molto familiare. Ecco perché è proseguito comunque, anche se a diverso titolo, il rapporto del vescovo emerito con la comunità che era stato chiamato a servire, alla quale ha continuato a testimoniare la propria adesione al Vangelo, dedicando la propria esperienza a favore del bene della chiesa locale.

 «Ho un ricordo molto caro di monsignor Cogoni - ha commentato commosso il vescovo emerito della chiesa iglesiente, Tarcisio Pillolla, suo indiretto successore -: la mia vita, dal primo anno di scuola media, si è svolta sotto la sua luce. Nel 1942, infatti, mi accolse nel seminario di Dolianova, dove era vice rettore. Monsignor Cogoni mi è stato così vicino durante tutto il cammino sacerdotale, mantenendo con me sempre ottimi rapporti anche nel corso della mia successiva attività episcopale: è stato per me di grande aiuto - ricorda monsignor Pillolla - attraverso la sua profondità spirituale e collaborando al mio ministero, nonostante la sua non più giovane età». Più volte, infatti, monsignor Cogoni si era reso disponibile anche nell’amministrare il sacramento della confermazione e nell’andare incontro agli ammalati.

 Incancellabile il suo rapporto con i seminaristi, come spiega lo stesso attuale rettore: «E’ stato come il nonno dei seminaristi - ha commentato don Giuseppe Tilocca -, ai quali ha dedicato la propria elevata preparazione anche nello svolgere le ripetizioni e le confessioni, sempre in modo paterno». La discrezione e l’umiltà sono state le armi non solo episcopali, ma sacerdotali e umane di monsignor Cogoni, «che ha rivolto una particolare attenzione - prosegue il rettore del seminario - alla storia diocesana e sociale del territorio, attraverso un confronto aperto e giovane».

 La notizia della scomparsa di monsignor Cogoni, avvenuta alle 6.30 di ieri, si è diffusa immediatamente in tutta la diocesi, oggi guidata da monsignor Giovanni Paolo Zedda, profondamente colpito per l’accaduto, e non solo.

 Informato immediatamente del decesso di monsignor Cogoni, anche il suo diretto successore alla guida della chiesa di Iglesias, l’attuale vescovo di Ivrea: «E’ stato un uomo buono senza sfumature - ha commentato commosso monsignor Arrigo Miglio -, una persona di grande spiritualità e di elevati doti umane e pastorali. Lo ricordo come un padre, che mi è stato vicino e che ho apprezzato durante tutto il mio ministero episcopale ad Iglesias».

 Nella chiesa parrocchiale di San Ponziano, proprio la prima messa, quella 7.30, è stata celebrata in sua memoria. A ricordarlo è stato il parroco Antonio Mura, ordinato presbitero dallo stesso monsignor Cogoni nel 1986: «La devozione alla chiesa - ha commentato il sacerdote che, dal vescovo scomparso, aveva ricevuto l’incarico di fondare l’opera diocesana Centro giovanile Santa Barbara Barbara - è stata da lui vissuta con umiltà, semplicità, discrezione e silenzio, offrendo il proprio servizio alla comunità sino a pochi mesi fa e supportando così il lavoro di tutti i vescovi che a lui sono succeduti».

 «Teneva tanto alla formazione di noi seminaristi - afferma don Giorgio Fois, studente nel periodo 1987 - 1992 -, anche dal punto di vista culturale e sociale, incoraggiandoci nel nostro cammino di discernimento e vocazionale». Durante il suo lungo ministero con il pastorale, una particolare attenzione l’ha dedicata a coloro che portano il peso della sofferenza, assicurando agli ammalati una parola di conforto, un sorriso e, soprattutto, il costante ricordo nella preghiera: oltre cento i suoi viaggi nel santuario mariano di Lourdes, accompagnando gli ammalati, dove gli era stata dedicata una particolarissima festa per i suoi cinquant’anni di pellegrinaggi, nel corso della quale monsignor Cogoni presiedette la celebrazione.

 «La vicinanza a quanti portano la croce della malattia - ha commentato don Giampaolo Cincotti, assistente diocesano dell’Oftal, associazione impegnata nei pellegrinaggi nei santuari mariani del mondo - è stato uno dei suoi più significativi impegni, attuato con presenza paterna e profondo spirito di comunione e di condivisione». Diverse persone a lui vicine, ricordano che suo desiderio fosse quello di morire a Lourdes. «Era una bravissima persona, conscia delle proprie responsabilità nella guida della diocesi - ha detto Giovanni Mongittu, cappellano al Santa Barbara - e delicata nell’assumere le decisioni».

 Una tappa significativa per la diocesi di Iglesias, che aveva visto monsignor Cogoni attivo promotore, è stato il viaggio apostolico di Giovanni Paolo II ad Iglesias, come ricorda colui che aveva diretto la sala stampa, Giovanni Poddigue: «Monsignor Cogoni aveva accolto il Pontefice al suo arrivo in elicottero nella caserma Trieste - racconta il parroco del Cuore Immacolato -, sedendosi al suo fianco nella papa-mobile e standogli accanto sia durante la visita a Monteponi, che nel corso dell’incontro con le quarantamila persone radunate nel piazzale del Cuore Immacolato».

 Ma il valore della vocazione autentica del vescovo scomparso si identificava nella missione quotidiana, tanto silenziosa quanto efficace: «Costante la sua disponibilità nel lavoro con i parroci - afferma don Poddigue -, così come non si può dimenticare la grande umiltà nel rifiutare qualsiasi riconoscimento». «Ci siamo per servire», è stato il suo motto vissuto giorno per giorno, «segno non di debolezza - ha rimarcato il parroco del Cuore Immacolato - ma di grande virtù. Evidente la sua personale devozione alla Madonna, esempio per lui di carità e di pazienza».

 Per ragioni logistiche, i funerali saranno celebrati domani ad Iglesias, alle ore 16.30, nella chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato.
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