La Nuova Sardegna

Nuoro

«Sì al parco, ma insieme ai pastori»

di Giovanni Bua
«Sì al parco, ma insieme ai pastori»

Seddone (Apan) polemico con Confindustria: non ripetiamo l’errore di non coinvolgere le comunità locali

06 novembre 2013
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NUORO. «Sì al Parco, come sempre d’altronde. Ma solo se il progetto parte dal basso, dalla base. Dai pastori prima di tutto, e dalle associazioni, in particolar modo con quelle degli agricoltori. Con le quali arrivare a un accordo di massima, rivisitando e modificando progetti, regole e imposizioni, senza nulla togliere alle vecchie tradizioni agro pastorali. E poi, da lì salire di gradino in gradino, fino ad arrivare a un protocollo d’intesa condiviso con le parti interessate del territorio del Gennargentu, da presentare alle istituzioni».

La polemica. Ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe il direttore dell’Apan Gian Franco Seddone. Che da una parte gradisce che si torni a parlare di Parco del Gennargentu, dall’altra, con riferimento particolare alla Confindustria, si dice sorpreso del fatto che «un’associazione di imprenditori rilanci un progetto già cestinato dalla pubblica amministrazione per via delle numerose contestazioni dei Comuni. Allora infatti nessuna delle numerose associazioni intervenne positivamente per riaprire un tavolo tecnico per una nuova trattativa atta per rispolverare quel contestato progetto del Parco del Gennargentu».

Cervelli in fuga. A riproporre l’esame del progetto Parco era stato proprio l’Apan Sardegna in occasione del Convegno “la fuga dei cervelli” del 2012. «Volevamo capire – spiega Seddone – se c’erano le premesse di un rilancio dell’economia del Nuorese. In quell’occasione si ribadiva l’urgenza di riprendere allo studio il decreto ministeriale che approvava il progetto del parco e darne pratica attuazione, creando uno staff di esperti agronomi forestali, di ricercatori e di cultori della materia. La messa in opera del progetto significava dare lavoro a centinaia di persone, valorizzare le zone interne della Barbagia, lo sviluppo del turismo e dell’agro alimentare. Significava infine, invogliare i giovani a non varcare il Tirreno e perderli definitivamente ma arrestare la loro fuga per un sicuro posto di lavoro in loco. Era il periodo più indicato per una ripresa del dialogo sulle tematiche legate al parco del Gennargentu. I giovani laureati speravano su questa proposta, intenzionati a studiare un nuovo rilancio attraverso piccoli progetti a misura d’uomo potenziandoli negli anni».

Tutti fermi. Allora però nessuno si mosse, nemmeno quella Confidustria, presente in sala, che oggi per bocca del suo presidente ha rilanciato il tema parco. E non solo. «Condivido in pieno il parere del sindaco di Siniscola Rocco Celentano, che appoggia l’intervento della Confindustria – sottolinea Seddone – ma se si fosse mosso nel 2011 a favore della proposta avanzata dall’Apan, forse qualcosa si sarebbe già realizzata. Il vescovo di Nuoro monsignor Mosè Marcia, ha evidenziato che nella nostra comunità c’è un individualismo esagerato che non lascia spazio al dialogo partecipato che è il fulcro per ogni intenzione di crescita».

Le bacchettate del vescovo. «Ma le parole del vescovo, in molti contesti non hanno sortito l’effetto sperato. Il presidente di Confindustria Roberto Bornioli, ad esempio – attacca Seddone – di recente, nonostante attraverso la stampa avesse dichiarato di essere aperto al dialogo e a un percorso condiviso in grado di dare risposte al territorio non ha concretizzato tali promesse se ci riferiamo al progetto sul Parco del Gennargentu. In questo caso, l’Associazione degli industriali si è attivata a distanza di anni, chiedendo la messa in discussione di tale proposta in modo individualistico e senza nessuno spazio alla discussione partecipata snobbando profondamente i portatori di interesse e tutte le comunità legate al Gennargentu. Ciò è stato immediatamente recepito dai sindaci che fermamente hanno bocciato una proposta che non li rappresentava e in particolar modo non rispecchiava il loro modello di sviluppo».

Si parte dal basso. Nessuna forzatura, men che mai calata dall’alto insomma. «Ma se la proposta è unitaria e condivisa con le associazioni di categoria, in particolar modo con quelle degli agricoltori, si può addivenire a un accordo di massima, rivisitando e modificando progetti, regole e imposizioni, senza nulla togliere alle vecchie tradizioni agro pastorali – spiega Seddone – Siamo pronti a un dialogo aperto fra associazioni per un confronto su quanto si può insistere sul parco, studiando un protocollo d’intesa con le parti interessate del territorio del Gennargentu, da presentare alle istituzioni. Se si continua con l’individualismo non si concretizzerà mai nulla e in questo momento occorre unità, con decisioni condivise, se vogliamo ottenere più attenzione ai problemi del nostro territorio e per avere più risultati occorre una sola forza, l’unione».

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