La Nuova Sardegna

Nuoro

Lanusei, via ai tamponi sugli assistenti domiciliari

di Giusy Ferreli
Lanusei, via ai tamponi sugli assistenti domiciliari

Sono i professionisti della cooperativa Casa Serena. Seguono 1587 pazienti E all’ospedale i sindacati segnalano il caso Rianimazione: «Rischio chiusura» 

22 maggio 2020
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LANUSEI. La lotta al Covid19 non si ferma: dopo i tamponi eseguiti su medici di famiglia e pediatri, specialisti in servizio nei tre poliambulatori di Tortolì, Lanusei e Jerzu, e sui medici ospedalieri del Nostra Signora della Mercede, tocca ora al piccolo plotone di operatori che lavorano nel servizio di Assistenza domiciliare integrata della Assl ogliastrina. Un passaggio obbligato per i 28 fisioterapisti, i 2 logopedisti e i 18 infermieri della cooperativa Serena che a breve avranno gli esiti dell’esame. Tutti loro, nonostante la drammatica situazione causata dall’imperversare del Coronavirus, hanno continuato a garantire il servizio ai tantissimi assistiti: 1.587 per l’esattezza, di cui 1.414 sopra i 65 anni. Il paese con più assistiti risulta Tortolì con 222 pazienti seguito da Villagrande Strisaili con 200. A seguire, Barisardo (150), Lanusei (145) ed Arzana (100). Elini è il comune con meno pazienti (6), preceduto da Girasole con 13 assistiti.

Gli altri paesi, invece, hanno in media di 45 pazienti. In questi mesi di lockdown gli operatori della coop, coordinati dall’unità operativa Cure domiciliari dell’area sociosanitaria ogliastrina, hanno dato assistenza a domicilio ai pazienti con patologie gravi.

«Tra loro, ci sono pazienti con patologie tumorali, sla, sclerosi multipla e altre forme gravi neurologiche ai quali dobbiamo assicurare cure quotidiane» dice il responsabile dell’unità operativa, l’anestesista Salvatore Sinatra che in questo compito è affiancato da 3 infermiere. «Noi e gli operatori – prosegue il medico – abbiamo fatto il possibile per evitare che i nostri pazienti risentissero di una situazione difficile. Impegno e abnegazione hanno contraddistinto anche l’operato di un’altra unità operativa della Assl ogliastrina, quella di Rianimazione e anestesia dell’ospedale. Quanto fatto dall’equipe guidata da Francesco Loddo, tuttavia, potrebbe non bastare a scongiurare la chiusura del reparto nei prossimi mesi: all’appello, a fronte delle 14 unità previste dalla pianta organica, mancano 5 specialisti e nel cuore dell’estate sarà difficile coprire tutti i turni. Ci hanno pensato i sindacati in una lettera indirizzata al commissario dell’Ats Giorgio Steri e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, a denunciare, per l’ennesima volte queste criticità. «Il reparto va avanti grazie agli enormi sacrifici di tutto il personale che da anni non usufruisce delle ferie e si carica regolarmente di turni aggiuntivi. Queste condizioni di lavoro – scrivono la Cisl Ogliastra e l’Aaroi Emac Sardegna (associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica) –, sono poco rispettose di professionisti che hanno dovuto sobbarcarsi, specie negli ultimi mesi, la parte più impegnativa, rischiosa e stressante dell’emergenza». In queste condizioni anche l’assenza di un solo anestesista comporterebbe di fatto la chiusura del reparto. «Un rischio che non possiamo permetterci di correre, ancor meno in questa fase. La rianimazione di Lanusei è attualmente tra quelle di riferimento No-Covid per il centro-nord Sardegna e ha preso in carico pazienti provenienti dagli ospedali di Olbia, Sassari e Nuoro e anche per questo meriterebbe un attenzione maggiore da parte di Ats» concludono i sindacati che chiedono il potenziamento urgente dell’organico del reparto.

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