La Nuova Sardegna

Nuoro

Plexiglass e stop ai buffet per salvare la stagione

Plexiglass e stop ai buffet per salvare la stagione

Barisardo, prove tecniche negli alberghi. Amaduzzi (Assohotel): «Prevenire è l’unica arma rimasta»

03 giugno 2020
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BARISARDO. «La storia del passaporto sanitario messa in giro dalla Regione ha fatto molti danni al turismo sardo». Da Barisardo, Carlo Amaduzzi, responsabile per l’isola di Assohotel, non concorda con metodi e comunicazioni della giunta di Christian Solinas, per trovare le soluzioni a viaggi e vacanze in grado di preservare dal coronavirus. Parla di effetto contrario: «Le dichiarazioni sono state un terremoto, perché hanno avuto risonanza nazionale e internazionale. Come si fa a dire “Sardegna Covid free”, ossia, senza virus – aggiunge Amaduzzi – quando nel solo Sassarese si sono avuti oltre 700 casi di contagio. Diciamo piuttosto che ci impegniamo a contenerne al massino la diffusione». Un obiettivo comune, quello di non far andare in fumo la stagione turistica, ma differenze in una comunicazione che diventa sostanza ai fini del risultato. Verso il quale ora tutti guardano. I primi due mesi di attività sono stati cancellati dall’epidemia e così anche il centinaio di alberghi della provincia di Nuoro, ma anche B&B e agriturismi, scatteranno per lo più da giugno. Amaduzzi, che gestisce uno dei locali della costa, a Torre di Bari, spiega come ci si prepara: «La prima cosa sarà istruire il personale sui protocolli sanitari. Poi organizzeremo l’albergo: posti distanziati, distributori di gel sanificante in varie parti del locale e all’esterno lavabi per le mani, affinché siano ridotti al minimo gli spostamenti. L’uso della mascherina – aggiunge il dirigente alberghiero – sarà obbligatorio». In ogni albergo di media capienza (60, 70 posti letto), sono date per certe due unità in più al lavoro per verificare il rispetto delle prescrizioni e andare incontro a ogni esigenza nata nella stagione del coronavirus. «Col virus, in attesa di vaccino e terapia – aggiunge Amaduzzi – credo che dovremo conviverci almeno per un paio di anni. Cosicché certe operazioni saranno di routine: sanificare gli ambienti, dalle stanze alle sale da pranzo, prima, durante e dopo il soggiorno. Piuttosto – denuncia Amaduzzi – siamo all’oscuro su come comportarci se troviamo tra gli ospiti una persona positiva: dovremo chiamare il medico, questo sì. Ma, poi, l’albergo chiude e gli ospiti vanno in quarantena? O cosa succede?». Prevenire, questa la sola arma. A maggior ragione nei ristoranti, a iniziare dalla colazione: buffet cancellato, cappuccino, pasta o torta arrivano al tavolo. «La proposta è di una sorta di ring in plexiglass, attraverso il quale l’ospite sceglie cibi e bevande – conclude Amaduzzi – che sarà poi il cameriere a servigli a tavola». I tempi di attesa non saranno elevati. In molti casi li hanno ridotti gli effetti della pandemia e il distanziamento che ha contingentato il numero dei clienti. Il responsabile di Assohotel rimanda alla prova dell’avvio di stagione, preventivata per la metà di giugno. (f.p.)

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