Premio “Una storia sbagliata” vince una scrittrice romana
TEMPIO. È la romana Francesca Lococciolo la vincitrice della decima edizione del concorso letterario “Una storia sbagliata”. È suo il “matto” che la giuria e il presidente Gianmichele Lisai hanno...
TEMPIO. È la romana Francesca Lococciolo la vincitrice della decima edizione del concorso letterario “Una storia sbagliata”. È suo il “matto” che la giuria e il presidente Gianmichele Lisai hanno scelto tra i 12 testi selezionati per la finale che si è svolta in due distinti momenti: prima a Nuchis, all’istituto penitenziario, con il diretto coinvolgimento degli ospiti della struttura, e quindi a Tempio, nello suggestivo scenario del chiostro seicentesco degli Scolopi. Per la vincitrice e per gli altri finalisti, che si sono misurati con “Il matto” di De André, c’è ora la possibilità di vedere il loro racconto pubblicato nell’antologia del premio deandreiano. Nessun sardo nella triade dei vincitori, ma vita facile non deve avere avuto nemmeno la scrittrice romana per la qualità dei due racconti che si sono classificati al secondo e terzo posto. Questi portano la firma del siciliano Arturo Belluardo e di un altro romano, Marco Volpe, rispettivamente secondo e terzo nella graduatoria finale. Sono stati in tanti a contribuire alle due magiche serate della premiazione, organizzate da Carta Dannata e Max 88. Superlativo è stato il trio Alessandro Achenza, sotto la cui abile regia si è svolto tutto, Sara Puggioni e Fulvio Accogli, così come l’esibizione del gruppo che ha "musicato" le due serate: Marco Serra, Fabio Casula, Gianvito Carbini e Thomas Gordon. Folto e soddisfatto il pubblico che ha seguito la premiazione tempiese, atto finale di un premio che inizia a distinguersi per longevità e prestigio. In soli 10 anni sono stati iscritti quasi 2000 racconti inviati da tutto il mondo, parte dei quali inseriti nelle otto antologie sinora pubblicate. Tutto questo con un premio letterario che può essere inteso come uno dei tributi più autentici e creativi mai resi alla figura di De André. (g.pu.)