William Manca, morto e abbandonato: «Chi sa cosa è successo parli»
L’appello della famiglia mentre proseguono le indagini dei carabinieri
Sassari «Chi sa qualcosa, chi era con lui, parli e racconti cosa è successo. William non si meritava tutto questo: era un bravissimo ragazzo». Chi parla è Angelo Rassu, zio di William Manca, il 45enne sassarese trovato morto mercoledì nelle campagne di Pian di Sorres.
Il suo appello è rivolto non solo ai testimoni, ma anche alle persone che hanno trascorso con lui quel sabato sera, passato fra abitazioni e bar della Nurra, al termine del quale il corpo di William, incosciente dopo un malore o forse già morto, è stato abbandonato in campagna.
Ogni particolare su quanto accaduto potrebbe essere decisivo per ricostruire le cause della morte e le eventuali responsabilità, dando qualche risposta a una famiglia che da giorni è costretta a fare i conti con il dolore di non sapere cosa è accaduto davvero al 45enne.
Risposte che comunque arriveranno, anche perché nel frattempo stanno andando avanti le indagini dei carabinieri. Al momento non ci sarebbero indagati, nel fascicolo aperto dalla procura per il reato di occultamento di cadavere, ma una svolta potrebbe arrivare martedì grazie ai primi riscontri dell’autopsia. L’individuazione delle cause della morte sarà decisiva per capire se procedere anche per i reati di omissione di soccorso e decesso come conseguenza di altro delitto e a quel punto potrebbe arrivare anche l’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone.
Certamente non è un mistero per gli inquirenti l’identità delle persone che hanno trascorso con William Manca quell’ultima sera, anche perché ci sono diverse testimonianze. Ma prima di qualsiasi atto sarà necessario trovare riscontri e conferme a quanto riferito dai famigliari di William e dai diversi testimoni le cui versioni sono state raccolte dai militari in questi giorni.
Un contributo in questa direzione potrebbe arrivare anche dall’analisi dei dati contenuti nel telefonino di William Manca: chiamate, messaggi, ma anche i dati di geolocalizzazione e le impronte digitali saranno decisivi per ricostruire le ultime ore di William Manca, i luoghi in cui è stato e le persone con cui era. Questione di tempo, insomma, ma le risposte arriveranno. La madre Teresa e i fratelli e le sorelle di William Manca hanno scelto di affidarsi a un legale, l’avvocato Danilo Mattana, per seguire i prossimi e decisivi passi dell’inchiesta.
Nel frattempo, nell’abitazione di via Sant’Apollinare, continua il viavai di amici e conoscenti, venuti a portare le proprie condoglianze e la vicinanza. «Tutti volevano bene a William, ancora non riusciamo a credere a quello che è accaduto» racconta Angelo Rassu. «Non si allontanava mai di casa senza avvisare, anche perché insieme al fratello maggiore si prendevano cura della madre e facevano i turni. E riuscivano a non farle mancare mai niente». Il babbo, operaio in un cantiere di Ottava, era morto 5 anni fa: «Era conosciuto in tutto il quartiere e anche quando si era ammalato, loro avevano continuato ad accompagnarlo in corso Vico, per incontrare gli amici». Da Rassu arriva un ringraziamento a tutti coloro che hanno preso parte alle ricerche: «E in particolare al maresciallo Emiliano Scancella, che ci è stato vicino sin da quando abbiamo presentato la denuncia».