Le vacanze diverse: Luogosanto punta sul turismo religioso
Il paese è sede di una basilica, di 23 chiese e di un convento Il tema al centro di un incontro: Comune e diocesi d’accordo
LUOGOSANTO. Luogosanto vuole un futuro nel panorama del turismo religioso. Il paese è sede della prima Basilica della diocesi (con Porta Santa), di un convento francescano, del museo diocesano e di 23 chiese. Quello che potrebbe diventare è stato raccontato durante un incontro del Gal. Don Francesco Tamponi (incaricato regionale ufficio nazionale beni culturali) e l’architetto Tomaso Pirina hanno tracciato le linee che, se intrecciate bene, potrebbero portare il paese mariano a quello che vuole. Il sindaco Agostino Pirredda ha come obiettivo puntare ai bandi Gal per investire su progetti turistico-religiosi. «Occorre valorizzare il bene immateriale, molto diffuso nelle feste di campagna – dice don Tamponi – L’elemento della tradizione può diventare di apertura ai turisti. Un’ipotesi? Mettere a sistema. La Diocesi, come ente esterno, potrebbe certificare il fare rituale. Il tutto andrà collegato con le produzioni locali per creare vetrine per prodotti locali. Sarebbe, però, necessaria la presenza di un mediatore culturale e portare le feste, come un tempo, ad invito». L’architetto Pirina propone l’adeguamento infrastrutturale dei siti delle chiese campestri (attualmente solo 8 dei 23 dispongono di elettricità, acqua e servizi igienici), con il recupero architettonico-ambientale degli spazi esterni, attraverso la dotazione di servizi. «Per recupero architettonico – dice – si intende la rivisitazione dei paramenti esterni ed interni dell’edificio di culto con tecniche e materiali adeguati. Il recupero ambientale consiste nell’eliminazione di tutte le sovrastrutture estranee, create in tempi recenti per la preparazione e la consumazione dei pasti nei giorni della festa. La soluzione potrebbe essere quella di realizzarle in maniera meno impattante, senza opere permanenti». Entrambi gli esperti concordano sul puntare a privilegiare l’ospitalità dei sovrastanti ed evitare, durante i giorni della festa, affluenze incontrollate. «Per i turisti – spiega Pirina – potrebbe essere studiato, dai sovrastanti in collaborazione con i Beni Culturali Ecclesiastici, un progetto unitario con visite guidate calendarizzate nelle chiese dalla cussorgia, per far conoscere tradizioni e storia religiosa, con la preparazione del pranzo tipico (fatto dal comitato), del giorno della festa».