La Nuova Sardegna

Olbia

Careddu e Nizzi, due idee per una città

Careddu e Nizzi, due idee per una città

Toni pacati, ma anche scambio d’accuse tra i due candidati nell’incontro organizzato dal Tavolo delle associazioni Gallura

15 giugno 2016
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OLBIA. Imprenditori e sindacati chiedono percorsi per partecipare alle scelte dello sviluppo, di poter disegnare insieme all’amministrazione comunale una prospettiva che permetta all’impalcatura economica e del lavoro di Olbia di stare in piedi con meno incertezze nei prossimi anni. I due candidati alla carica di sindaco che domenica andranno al confronto del ballottaggio rispondono con toni pacati, come il Tavolo delle associazioni Gallura, che ha promosso il confronto, richiede. Settimo Nizzi per il centrodestra e Carlo Careddu per il centrosinistra, danno risposte nette, senza sfumature furbesche per attrarre le simpatie del pubblico qualificato, senza il rombo delle tifoserie reciproche. Ma l’incrocio di spade è inevitabile. Sferzate e accuse che rimbalzano sui ruoli amministrativi reciproci, passati e recenti.

Dal confronto scaturiscono due idee di città, perlomeno sulle impostazioni generali. Per dire, il rapporto più favorevole con una Regione e un Governo politicamente “amici” auspicato da Careddu, trova una bocciatura severa in Nizzi, che considera i due interlocutori istituzionali la madre dei danni avuti e di quelli futuri per Olbia. Mentre Careddu tiene aperte le porte del dialogo («per la diga del Liscia c’è già la disponibilità dell’assessore regionale Maninchedda»), Nizzi armerebbe le truppe per «far valere i nostri diritti: i sindaci chiedono ma loro non rispondono». Le sollecitazioni arrivano da Mirko Idili (Cisl), Giorgio Raspitzu (Confagricoltura), Benedetto Fois (Cna), Luisa Di Lorenzo (Cgil), Federico Fadda (Uil), Giacomo Meloni (Confartigianato), Filippo Sanna (Agci), Tomaso Todde (Confcommercio), Gino Salaris (Confapi).

I punti di vista sono subito chiari. Se Nizzi e Careddu concordano sul ruolo positivo della cooperazione (il vicensindaco uscente le considera soggetti primari anche nell’esternalizzazione di servizi pubblici), l’ex sindaco mette subito in campo il fallimento nella gestione della filiera della mitilicoltura.

Le prime schermaglie affiorano in tema di decoro urbano, una delle prime materie da affrontare per entrambi nel ruolo di sindaco. Carlo Careddu pensa a un progetto per il recupero del patrimonio e il rilancio del centro storico, anche combattendo l’abusivismo. Ma anche guardando alla piccola imprenditoria del commercio «che i grandi centri commerciali stanno uccidendo», la cui responsabilità di accesso massivo in città è attribuita all’allora sindaco Nizzi. Lui replica rilanciando l’accusa: «Non fui certo io a dare il via libera al primo e al secondo centro commerciale».

Tra le tante proposte che affiorano, le braci si accedono nel finale, quando Careddu richiama gli appalti dell’Urban center e del Pte e parla di aziende che non vanno più via per sottolineare l’esigenza di far lavorare tutta l’imprenditoria locale con regole certe e trasparenti. Nizzi replica duro: «Se ha notizia di illeciti vada dal magistrato». «Se avessi notizie di illeciti sarei già andato», replica Careddu. (gpm)©RIPRODUZIONE RISERVATA

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