La Nuova Sardegna

Olbia

Rifiuti al campo nomadi si cercano i responsabili

Prosegue l’inchiesta della Procura sulla bomba ecologica a Sa Piana Manna  Scatta l’allarme inquinamento nell’area sottoposta a sequestro preventivo

12 novembre 2019
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OLBIA. Il fascicolo aperto dalla Procura sulla bomba ecologica di Sa Piana Manna per ora è a carico di ignoti. Ma sul disastro ambientale della maxi discarica di Sa Corroncedda c’è la massima attenzione da parte del procuratore Gregorio Capasso e del sostituto procuratore Nadia La Femina e l’inchiesta è volta ad accertare e definire le responsabilità e le condotte che hanno portato a questa emergenza. Il primo passo è stato fatto venerdì sera quando la polizia locale di Olbia, coordinata dal comandante Giovanni Mannoni, delegata dalla Procura per svolgere l’attività d’indagine, ha messo sotto sequestro preventivo la vasta area. I sigilli al campo rom sono stati disposti dal gip del tribunale di Tempio Marco Contu su richiesta della Procura. Nessuno può più entrare e uscire da Sa Corroncedda. Due vigilantes e le telecamere di videosorveglianza installate dal Comune all’ingresso dell’area qualche giorno prima che scattasse il sequestro, controllano 24 ore su 24 che nessuno, al di fuori delle cinque famiglie che ancora vivono nel campo rom, varchi il cancello. Il responsabile del settore Ambiente Antonello Zanda è stato nominato custode giudiziario dell’area. Qualsiasi attività al suo interno dovrà essere autorizzata dal giudice. Prima del sequestro della maxi discarica, la De Vizia su incarico del Comune aveva cominciato a portare via rottami e carcasse di auto. Oltre alla bonifica delle montagne di rifiuti alte oltre due metri che da via Conca Onica arrivano fin dentro il campo nomadi, sarà necessario verificare se c’è inquinamento: dagli accertamenti svolti dalla polizia locale nei suoi numerosi sopralluoghi è emersa la presenza di rifiuti pericolosi e speciali abbandonati sul terreno. Una situazione di gravissimo rischio ambientale che rende necessario il coinvolgimento dell’Arpas. Ma prima bisognerà bonificare. Un intervento massiccio di cui non si conoscono ancora i costi. (t.s.)

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