La Nuova Sardegna

Olbia

Ragnedda: no all’abuso degli algoritmi

Ragnedda: no all’abuso degli algoritmi

Il massmediologo di Bortigiadas pubblica il nuovo lavoro sulle tecnologie digitali

24 ottobre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





BORTIGIADAS . Sono tre gli studi accademici che il massmediologo bortigiadese Massimo Ragnedda ha dato alle stampe nel 2020. L’ultimo, appena uscito, s’intitola “Ehnancing Digital Equity. Connecting the Digital Underclass” e va ancora una volta a esplorare gli effetti sociali su scala globale della diffusione delle tecnologie digitali. Docente di mass media communications alla Northumbria University, ricercato conferenziere giramondo, scrittore prolifico, Ragnedda studia da anni fenomeni quali il digital divide, la blockchain technology e l'avvento del Web 3.0 con uno sguardo sempre molto attento all’analisi dei cambiamenti sociali, siano micro o più generali, determinati dalle nuove tecnologie. «Questo – spiega Ragnedda – può costituire un’opportunità per ridurre le diseguaglianze sociali, ma affinché avvenga è necessario promuovere un’equità digitale attraverso programmi e servizi pensati per ridurre le vecchie diseguaglianze». Ci sarebbero anche nuove forme di ineguaglianza, per Ragnedda, dovute agli algoritmi: «Sono parte integrante della nostra vita e anche se non ce ne accorgiamo condizionano le nostre decisioni su cosa comprare o leggere online (con le pubblicità mirate e create sulla base del nostro profilo online) o quali strade fare (pensate da google map)». Più che un uso sempre più radicato nel quotidiano, allo studioso bortigiadese appare un abuso: «L’eccessivo uso degli algoritmi nella governance può produrre esclusione sociale e rinforzare le ineguaglianze sociali». L’effetto sarebbe la nascita di una “digital underclass”, una sottoclasse digitale sprovvista di mezzi e conoscenze adeguate. (g.pu.)

In Primo Piano
Il rogo

Attentato incendiario nella notte a Sassari in via Monte Grappa contro l’agenzia funebre “Antonio Pinna”

di Luca Fiori
Le nostre iniziative