La perizia: «Opera progettata e realizzata male»
Processo per omicidio colposo per la morte di tre persone. Sotto accusa la mancata manutenzione
29 ottobre 2021
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OLBIA. La strada di Monte Pino «è stata progettata e costruita male». Il crollo è avvenuto a causa di una serie di problemi relativi «alla progettazione, all’esecuzione dell’opera e all’assenza di manutenzione». Lo hanno rimarcato ieri i tre periti, Francesco Faccini, Roberto Ranzi e Massimo Losa, incaricati dal giudice Camilla Tesi di accertare le cause del crollo della provinciale 38 dove persero la vita tre persone e una quarta rimase ferita. Ai periti era stato chiesto di indagare sia sul fronte meteorologico e quindi sull’eccezionalità dell’evento, sia sul fronte strutturale e, quindi, sull’eventuale stato di ammaloramento del tubolare che attraversava la strada. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Ilaria Corbelli, della difesa e delle parti civili, i periti si sono addentrati negli aspetti tecnici della progettazione, spiegando come e perché la strada era collassata. In poche parole, quella strada (la progettazione risale agli anni ottanta), non doveva essere costruita lì, con quelle modalità e quei materiali, e con pendenze non adeguate. Se il tracciato doveva essere realizzato in quel punto, si sarebbero dovuti prendere tutti gli accorgimenti necessari, ad esempio, una protezione col calcestruzzo. Ma l’udienza si è focalizzata in particolare sull’aspetto della mancata manutenzione – accusa contestata agli imputati – e in proposito, i periti, hanno sottolineato in più occasioni il «grave ammaloramento dovuto alla corrosione del tubolare». Nella perizia la mancata manutenzione viene indicata come una concausa del crollo della strada. «Non ci sono agli atti le ispezioni periodiche», hanno riferito i periti. Indicando come gli unici interventi fatti negli anni riguardassero solo la segnaletica e la pavimentazione. Ma ieri sono emersi anche elementi a favore della difesa. «Se il tubolare fosse stato sostituito con un altro, la strada sarebbe crollata lo stesso?», è stato chiesto ai periti. La risposta è stata, sì. Un’affermazione ritenuta importante dai difensori degli imputati che mirano a scardinare l’accusa del pm secondo cui il crollo è stato determinato dall’ammaloramento del tubolare e, quindi, dalla mancata manutenzione. A processo per omicidio colposo, ci sono Pasquale Russo, dirigente della viabilità della Provincia Olbia Tempio, Giuseppe Mela, dirigente della viabilità nella Provincia di Sassari, Francesco Prunas e Graziano Sini, tecnici della Provincia Olbia Tempio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Angelo Merlini e Donatella Corronciu (per Russo) Mario Ghezzo (Mela), Aurora Masu e Mauro Muzzu (Prunas), Antonio Falchi e Costanzo Foddai (Sini), e Agostinangelo Marras per la Provincia. I familiari di Maria Loriga si sono costituiti parte civile con gli avvocati Maurizio e Nicoletta Mani, quelli dei coniugi Fiore con Massimo Delogu, Veronica Gelsomino, con Fabio Diomedi. (t.s.)