La Nuova Sardegna

Olbia

La denuncia

Cleopatra, l’odissea della sopravvissuta al crollo della strada di Monte Pino: «In lotta per il risarcimento»

di Tiziana Simula
Cleopatra, l’odissea della sopravvissuta al crollo della strada di Monte Pino: «In lotta per il risarcimento»

Veronica Gelsomino rimase gravemente ferita, non ha ancora ricevuto un euro

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Olbia Veronica Gelsomino, 35 anni, di Priatu, è l’unica sopravvissuta all’inferno del crollo della strada di Monte Pino. Fece un volo di decine di metri dentro la voragine che squarciò l’asfalto della provinciale 38, nella quale persero la vita tre persone, Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga, e anche lei rischiò di morire sepolta da un muro di acqua e fango. Un orrore da cui fu miracolata. Mentre il ciclone Cleopatra imperversava con la sua furia, tre uomini si calarono con una fune in quella profonda fossa riuscendo a raggiungerla, a tirarla fuori dalla sua macchina e a salvarla. Era il 18 novembre 2013. Una data ben impressa nella memoria degli olbiesi e soprattutto in quella di chi, in quel tragico giorno, perse i suoi cari. Veronica Gelsomino rimase gravemente ferita nel crollo della strada. Fu ricoverata a lungo e subì cinque interventi a un braccio. A 12 anni da quel giorno, ancora lotta per avere giustizia. Per vedersi riconoscere il diritto al risarcimento per quanto patito. Vittima due volte: prima del crollo della strada, poi, della lentezza della giustizia, della burocrazia e dell’indifferenza.

Non è riuscita ad avere il risarcimento nel processo penale perché il reato di lesioni è stato dichiarato prescritto e ora sta cercando di far valere le sue ragioni in sede civile chiamando in causa la Provincia. «Dopo 12 anni devo ancora fornire prove per quello che è successo e continuare a pagare di tasca mia per cercare di avere i soldi», dice. Rabbia, tanta rabbia. Ecco cosa prova Veronica Gelsomino. «Non sono stata minimamente tutelata dalle istituzioni, non ho mai ricevuto nessun aiuto se non quello della famiglia». Nei giorni scorsi, l’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu ha annunciato la consegna dei lavori per il completamento della strada di Monte Pino. «Mi ha particolarmente colpito il riferimento alle famiglie delle vittime, quel passaggio in cui ha detto di aver assunto l’impegno di sbloccare l’opera con senso di responsabilità verso le tragiche morti avvenute su quella strada a causa dell’alluvione del 2013 e verso le loro famiglie. A me, unica sopravvissuta di quell’inferno, a me che lotto da anni per avere un risarcimento, quella frase pare grottesca. Certamente quelle famiglie hanno un credito per il risarcimento che la Provincia di Tempio Olbia prima e di Sassari dopo, ha fatto di tutto per non riconoscere. Solo all’esito del procedimento penale durato dieci anni e conclusosi con sentenza di condanna, impugnata dagli imputati davanti alla Corte d'Appello di Sassari (che a distanza di oltre due anni non ha ancora fissato l'udienza) la Provincia, condannata anch’essa quale responsabile civile, ha provveduto a corrispondere un acconto ai familiari delle vittime. Niente alla sottoscritta per prescrizione del reato», rimarca.

Nulla è cambiato, poi, con la nomina di un commissario straordinario per la liquidazione della Provincia, dice ancora. «Attendevo il processo d’appello per procedere con la causa civile, ma visto che a distanza di oltre due anni dalla sentenza di primo grado non è stata ancora fissata l’udienza, di recente ho aperto la causa civile contro la Provincia. Che si è costituita in giudizio contestando la mia richiesta di risarcimento, ritenendolo non dovuto in quanto, così scrivono, del crollo della strada e delle lesioni che ho subito dice di non avere alcuna responsabilità». Dunque, dopo aver seguito per anni il processo penale – la sentenza è del marzo 2022 –, la battaglia si sposta ora in sede civile. E chissà quando finirà. L’odissea di Veronica Gelsomino continua. Con tanto amaro in bocca.

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