La Nuova Sardegna

Oristano

Bilancio 2019, una manovra ad alto rischio

Bilancio 2019, una manovra ad alto rischio

Consiglio e giunta votano per rendere spendibili i soldi arrivati dalla contestata vendita delle Marine

28 novembre 2019
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ORISTANO. I soldi ci sono? Forse. Tra vedere e non vedere la Giunta e il Consiglio comunale hanno deciso di mettere nel bilancio 2019 i 206 mila euro derivanti dalla cessione delle quote comunali delle Marine Oristanesi. L’opposizione però non ci sta, ha il timore che possano esserci ripercussioni legali, e perciò non ha partecipato al voto. I soldi materialmente ci sono, nel momento in cui – di fronte al notaio Luigi Ianni – è stato stipulato il contratto di vendita tra il Comune e la Tharros Yachting srl, c’è stato lo scambio tra le quote e il corrispettivo pattuito. Il problema però è che quell'atto non è ancora stato trascritto presso il registro delle imprese e il motivo è molto semplice: c'è un altro atto, precedente nel tempo, con cui le Marine hanno liquidato le stesse quote ad un socio di minoranza, il Circolo Nautico, per circa 20 mila euro. Se quest'atto dovesse prevalere sul primo, quei 206 mila euro dovrebbero essere restituiti alla Tharros Yachting: ecco il motivo della ritrosia dell'opposizione. La destinazione di quei soldi si conosce già: «12 mila euro andranno al progetto di rinnovamento del sito istituzionale, 55 mila andranno alla videosorveglianza e 139 mila andranno alla manutenzione degli immobili comunali» ha spiegato Sanna. La giunta, in realtà, avrebbe voluto inserire anche l'impegno di spesa, ma la commissione Bilancio si è opposta: «Abbiamo tappato un buco creato dalla disattenzione della giunta – ha spiegato Angelo Angioi, presidente della Commissione – che non aveva tenuto conto delle indicazioni dei revisori dei conti. Così abbiamo fatto un'integrazione, che riprende il parere dei revisori, specificando che l'impegno di spesa è condizionato alla trascrizione dell'atto di vendita presso il registro delle imprese». Non basta ai consiglieri di centrosinistra, con Francesco Federico e Maria Obinu che attaccano: «La giunta vuole dare al Consiglio responsabilità su un atto che rischia di comportare maggiori spese, se dovessimo restituire la somma». Per Luca Faedda: «Il 30 novembre scadono i termini per le variazioni, senza questa delibera quei 206 mila euro finirebbero nell'avanzo di amministrazione e rischieremmo di non poterli spendere».(dav.pi.)

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